venerdì 5 aprile 2013

Sul doppio binario: è l’Italia Viva che va veloce... e Juliet, dei Visitors


Novara, 5 aprile, riunione dei Comitati Renzi di Piemonte e Lombardia: un momento bello e importante per tutti noi. Soprattutto perché l’incontro ci ha permesso di sciogliere un nodo che, in un momento di totale incertezza come questo, rischiava di generare inutili tensioni.
Abbiamo constatato l’efficacia del “doppio binario”: un lavoro separato, ma complementare, all’interno e fuori dal Partito Democratico. Non era scontato trovarci, alla fine, tutti d’accordo su questo. I Renziani con tessera PD spingono per l’ingresso di nuove forze di cambiamento all’interno del partito e quindi cercano di portare “a casa” nuovi iscritti. Invece chi si è avvicinato alla politica grazie a Matteo Renzi spesso non considera necessario né opportuno imbrigliare la propria voglia di partecipazione dentro la vecchia forma partito.
Ora. Entrambe le posizioni sono interessanti. Molto bene.
La mia esperienza di iscritto e militante che oggi frequenta i Renziani (e basta) di Adesso!Milano – la mia “doppia vita”, come l’ha definita sorridendo Giorgio Gori – mi aiuta a capire meglio le ragioni di entrambi.
Chi come me è nel PD, deve restarci a dare battaglia. Però, l’idea di dover superare il partito tradizionale, dando spazio a chi ha voglia di fare politica senza una tessera in tasca, è il punto da cui siamo partiti quando abbiamo costruito il Partito Democratico. Le primarie – anche se qualcuno ha preferito dimenticarlo, portandoci al disastro di oggi – sono il mito fondativo del Pd. E lo sono perché avevamo capito che serviva cambiare la politica, le sue forme e i suoi metodi. Se quell’impostazione è stata tradita, portandoci a nuove e più gravi sconfitte, dobbiamo rimetterla al centro del nostro impegno. Perché chi ha voglia di partecipare non trovi mai porte chiuse o peggio, come è avvenuto nei mesi scorsi, sbattute in faccia.
Dunque, magari la mia doppia esperienza mi aiuterà a comprendere due realtà che dobbiamo fare ogni sforzo per tenere insieme. Mi sento un po’ Juliet dei Visitors, figlia di un’umana e di un lucertolone alieno, caricata in quanto mezzosangue di qualche eccessiva responsabilità. Solo che non ho ancora ben capito quali siano i Visitors.

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