mercoledì 17 aprile 2013

D'Alemato, ovvero: "Chi gioca in prima base?"

A volte mi faccio paura da solo… O sono loro che mi fanno tanta paura. Il 12 marzo, commentando le voci che circolavano riguardo al nuovo Presidente della Repubblica, scrissi questa cosa:

“Grillo ha vinto le elezioni, cosa possiamo fare?
Potremmo eleggere Giuliano Amato al Quirinale
Ma hai capito? Ho detto che Grillo ha vinto le elezioni...
Ho capito! Allora potremmo eleggere Massimo D'Alema al Quirinale
Ok ma, chi gioca in prima base? Chi....”

In questo mese, insieme a molte parole e nessun fatto per l’Italia, sono stati “lanciati” e bruciati almeno venti nomi. Oggi, alla vigilia del primo voto, siamo tornati all’inizio, come nel più entusiasmante gioco dell’oca. Il problema – oggi come un mese fa – è che ci sono state le elezioni.
E che gli Italiani – non Grillo che è irresponsabile, Renzi che è maleducato, noi che non capiamo niente… – ci hanno detto in modo fin troppo chiaro che una storia è finita e che bisogna voltare pagina. Eleggere Presidente della Repubblica il segretario nazionale della FGCI di quando io nascevo o il volto presentabile del craxismo (non ho mancato di rispetto a nessuno, ok?) non corrisponde a questa richiesta. Da qualunque parte la si guardi, a meno di non guardarci l’ombelico, non le corrisponde.
Ora, per capirci, non si può eleggere una brava e coraggiosa giornalista d’inchiesta perché l’hanno scelta i militanti del M5S via internet. Che, in base a questo principio, avrebbero potuto scegliere anche il Gabibbo o Capitan Ventosa… Ma il problema è che tra i nomi proposti ce ne sono almeno due che sarebbe difficile bocciare, sia per il Pd che per il Pdl. Leggi alla voce “ampia intesa per il Quirinale”: Emma Bonino e Stefano Rodotà sono proposte serie, intelligenti, capaci di sparigliare la partita e di dire all’Italia una cosa semplice e chiara: “Abbiamo capito”. Io preferisco la prima, ma capisco che oggi sarebbe più facile eleggere il secondo. E allora, votiamolo!
Se invece ci sarà l’accordo su Amato o su D’Alema, vorrà dire che non abbiamo capito. Magari poi si farà pure il Governo, che sarà presieduto da Bersani e non avrà l’appoggio esplicito di Berlusconi. Il minimo sindacale per poterlo definire “del cambiamento”. Non sarà quello che si aspettano tutti gli Italiani, anche quelli che hanno votato per noi. Ma forse è davvero troppo semplice perché lo si possa capire.

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