giovedì 10 ottobre 2013

Galere. E fascisti

Quando ero ragazzo ho imparato a essere garantista. Perché le carceri erano piene di poveracci e perché chi è poveraccio ha molte più probabilità di finire in galera rispetto a chi non lo è. Intanto, perché più difficilmente troverà un modo onesto per farsi strada o anche solo per tirare avanti, poi perché i poveracci non possono scegliersi i migliori avvocati. Essere garantisti è di sinistra, essere giustizialisti è di destra… “Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”.
Tutta la storia umana sui delitti, le pene e le galere ci racconta una realtà inconfutabile: in dittatura o in democrazia, coi re o con le repubbliche, quanto maggiore è la propensione a rinchiudere chi si comporta male“buttando via la chiave”, tanto più alta è la quota di poveracci e disgraziati che finiscono “dentro”. Il caso degli Stati Uniti – che sono e restano una grande democrazia – è emblematico al riguardo: basta guardare le statistiche sulla popolazione carceraria di quel Paese per etnia. E non essere razzisti, ovviamente.
La violenza verbale con cui è stato accolto il messaggio alle Camere del Presidente Napolitano sulla situazione carceraria da parte dei grillini mi ha colpito. Dirò di più: sconvolto. Una serie di insulti e di contumelie, di sospetti (infondati, inconsistenti, quindi falsi e creati ad arte) e di intemperanze lessicali che ricordano – l’ho scritto e lo ripeto – la peggiore violenza verbale di stampo fascista. Tanto più violenta, volgare e fascista perché riguarda le galere. E i disgraziati che ci “vivono”dentro.
Da un movimento che si pretende particolarmente vicino al Popolo, ci si aspetta un’attenzione particolare proprio nei confronti dei più deboli. Tra questi, i detenuti (molti in attesa di giudizio, molti in galera per piccoli reati di droga, ben pochi per i tanto polemizzati crimini “da colletti bianchi”) sono i meno difesi. Essi, per chi pensa male delle istituzioni al punto da insultare apertamente il Capo dello Stato, dovrebbero essere oggetto di particolare attenzione e tutela. Proprio perché di quelle istituzioni – pretese ingiuste, corrotte e cattive – sono quotidianamente alla mercé.
Sulla mia bacheca di Facebook, si sono dati convegno ieri – da mezza Italia – un certo numero di militanti grillini. Tutti offesi per l’uso della parola “fascisti”, hanno esposto con vigore e puntualità il loro punto di vista. Sulle carceri e su chi dovrebbe finirci. Tralasciando gli insulti e alcune altre amenità, pubblico qui di seguito un piccolo florilegio di affermazioni grillesche, leggendo le quali ciascuno potrà farsi un’opinione.
Ah, tralascio anche di ricordare che darsi convegno in trenta a casa di qualcuno (tale è una bacheca di Facebook, per quanto pubblica) per insultarlo tutti insieme, un tempo lo chiamavamo “squadrismo”.

Sui politici e sulla giustizia del Popolo:“Per me vale ancora il TUTTI A CASA ... e se è possibile anche in carcere”.
Sull’esistenza o meno dell’emergenza carceri: “Com'è che di emergenza carceri ne parlate solo da quando molti di voi le stanno vedendo dall'interno, cioè dal 92? Anche prima esisteva, ma mai ne avevate parlato”.
Sul perché uno è garantista: “E' un mondo al contrario, adesso chi vuole i criminali in galera è un fascista. Ma in realtà chi vuole svuotare le carceri è solo perchè sa di avere qualcosa sulla coscienza lui e i suoi amichetti”. Se vuoi carceri decenti è perché temi di finirci tu.
Ancora sull’emergenza che non esiste:“Il problema carceri serve per far uscire tutti i delinquenti piddini e pidiellini quando serve...”
Infine, sublime: “Zero amnistia e indulto...non facciamo più arrivare barconi e i pomodori li facciamo raccogliere ai carcerati in sovrannumero e agli assessori”.
L’ultimo, in particolare, per dimostrare di non essere fascista, ha preso la tessera dei Khmer Rossi: rieducazione attraverso il lavoro nei campi, per i nemici del Popolo. Che dite, c’è da preoccuparsi?

Post Scriptum: ieri il M5S diceva di avere proposte interessanti per risolvere l’emergenza carceri senza amnistia (magari le stesse che fino alla settimana scorsa si potevano appoggiare sottoscrivendo i referendum radicali; quelli che io ho firmato e loro no…). Ma questo rende ancor meno comprensibile l’attacco sguaiato al Capo dello Stato. Il quale ha invitato il Parlamento ad affrontare e risolvere un problema: se ci sono soluzioni diverse, chi sta in Parlamento le proponga. Questo ieri, quando il M5S aboliva il reato di clandestinità. Oggi hanno cambiato idea. O meglio, hanno parlato Grillo e Casaleggio e il reato di clandestinità (che riempie le galere) deve rimanere.
Quelli che si offendono se gli dai dei fascisti, si guardino piuttosto intorno e si chiedano se sono davvero con la compagnia giusta. Sveglia, neh!

in viaggio con Manubrio