martedì 9 aprile 2013

Chiacchiere e distintivo

Sostiene oggi Pier Luigi Bersani che, fino a quando non sarà eletto il nuovo Presidente della Repubblica, si faranno solo chiacchiere. Si continuerà, in sostanza, a chiacchierare come negli ultimi quarantaquattro giorni.
Fanno chiacchiere quelli che propongono il governissimo e fanno chiacchiere quelli che vi si oppongono. Fa chiacchiere chi chiede di insediare le commissioni e far lavorare il Parlamento. Fa chiacchiere chi ricorda le difficoltà del Paese e invoca un Governo che le affronti. Fa chiacchiere Giorgio Napolitano, che richiama il 1976 e una “larga intesa” tra forze politiche che – a non voler essere ridicoli nel raccontarci la Storia – avevano qualche distanza ideologica maggiore rispetto a Pd e PdL.
Fa chiacchiere lo stesso Bersani, quando gira in burletta l’incontro con Berlusconi (“ti conosco, mascherina”) e quando ricorda che non lo vedrà ad Arcore: tiè, Renzi! Che poi sta cosa di Arcore l’ha già detta tre volte in dieci giorni. Abbiamo capito. Ma si fa così, per chiacchierare…
La notizia del giorno è che le chiacchiere – quelle che proseguono da quarantaquattro giorni, mentre l’Italia sta tanto male da indurci a convocare una manifestazione “contro la povertà” – continueranno sin dopo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica: le votazioni inizieranno il 18 Aprile, dureranno qualche giorno, poi ci sarà il ponte del 25 Aprile, quindi il 1° Maggio.
Dunque, la notizia del giorno è che per un altro mese faremo solo chiacchiere. Poi potremo ricominciare a discutere di cose serie: di incarico a Bersani e di “Governo del cambiamento”. Il suo distintivo. 

Ma il Capitano non pensa a sé, pensa al Paese e, in subordine, alla Ditta. E “il Capitano non tiene mai paura: dritto sul cassero fuma la pipa, in questa alba fresca e scura…”

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