lunedì 29 agosto 2011

Mariuoli, vent'anni dopo

Non volevo parlare di Sesto San Giovanni. Ma lo fanno tutti ed è giusto non sottrarsi. Specie se da quelle parti ci passerai presto molto tempo.

Non mi appassiona la discussione sulla prescrizione. Se Penati debba rinunciare e farsi processare, o no. Fatti suoi. Che dovrebbe dimettersi anche da consigliere regionale l'ho detto da tempo. Non lo fa e non glie lo chiedono. Pazienza.

Per me il problema è politico. E riguarda come si gestisce la cosa pubblica. Quali rapporti si tengono con gli imprenditori (edili), come si governa il territorio. Ha a che fare con la visione della politica e degli affari, con la modernità per come l'abbiamo intesa e praticata - e propagandata - negli ultimi vent'anni.

Penati non è stato solo l'uomo forte della segreteria di Bersani. Del quale immagino verranno presto chieste le dimissioni. In quella logica da "guerra per bande" che ormai, sola, tiene in piedi il gruppo dirigente del Pd. Tutto.

Penati è stato per lungo tempo il simbolo vivente dell'atteggiamento moderno che avrebbe dovuto farci riconquistare la Lombardia. E il Nord. Era la modernità degli ex comunisti convertiti al mercato senza mercato. Alla confusione tra la libertà d'impresa e l'andare d'accordo con chi costruisce case. Si è pensato per molto tempo che questo fosse il metodo giusto, anzi l'unico, per governare realtà complesse e confrontarsi con gli interessi economici presenti nella società. E per "battere le destre" nelle loro roccaforti settentrionali.

Insomma, un metodo di governo e un sistema di potere. Persino una forma mentis, che ha segnato il modo di pensare e di governare di una parte cospicua del Pds-Ds-Pd. Che lì in mezzo ci fossero anche dei mariuoli, importa pochissimo. Come sapere se e quante banconote avesse in tasca Mario Chiesa vent'anni fa, quando fu arrestato. Non è questione di mariuoli, come non lo era allora. È un problema politico. Appunto.

Parlando di politica, oggi al Nord e a Milano le elezioni le abbiamo vinte. Con un candidato che con quell'idea di modernità c'entra niente. Uno che, nella visione post-comunista, veniva considerato "sfigato". Antico, in ogni caso perdente.

Oggi Stefano Boeri, che di Pisapia fa il vice, invoca una "rigenerazione" del Pd milanese. Quello lui conosce. Io penso che serva a tutto il partito. Non per cacciare i ladri. E nemmeno per cambiare il segretario o chi comanda a Roma. Per cambiare tutto, prima che siano gli eventi a cambiare il nostro piccolo mondo. E a spazzare via le certezze di chi sta tranquillo da quarant'anni.

Tra Mario Chiesa e la fine del Psi trascorse un anno. Ed erano tempi migliori di questi.

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