mercoledì 31 ottobre 2012

Va tutto bene

Si capisce che l’elezione di Rosario Crocetta è un bene per la Sicilia. Per la prima volta è scelto un presidente fuori dallo schema della destra che – da oltre vent’anni – controlla l’isola con metodi di raccolta del consenso a tutti ben conosciuti. Questo nuovo presidente, per la sua storia personale e politica, è davvero una speranza. Anche se ha preso il 30% dei voti, anche se metà dei Siciliani non ha votato, anche se ha prevalso perché il centro-destra ha presentato due candidati. Nonostante tutto, da presidente può tentare di cominciare una storia nuova e diversa per la Sicilia. Non è poco e forse è davvero un risultato storico. Spesso la Storia segue percorsi improbabili.
Quindi, più che il risultato di suo, la percentuale presa dal candidato e dai partiti, il ruolo tutto particolare dell’Udc siciliana… Ecco, più di tutto questo – che spiega come si possa vincere col 30% dei consensi senza essere per questo mezzi-vincitori –  il dato da analizzare è quello dell’astensione. Un risultato sorprendente, specie se si consideri quanto la politica sia importante in Sicilia, per il ruolo pesante e pervasivo che il settore pubblico ha nella vita e nell’economia dell’isola.
Un risultato che deve far riflettere tutti, persino il Movimento 5 Stelle. Perché è chiaro che, presente nella competizione una lista anti-sistema come quella di Grillo, il numero degli astenuti risulta ancora più sorprendente. Come sarebbe a dire? C’è il partito degli anti-partito e metà degli elettori, per manifestare il proprio distacco o disgusto dalla vecchia politica, anziché votarlo se ne sta a casa? Ecco, persino il 5 Stelle non è poi così capace di intercettare la voglia di novità e di cambiamento di molti elettori.
A maggior ragione, visti i risultati, non ne sono capaci le altre forze politiche. Purtroppo questa tendenza non è solo siciliana. La partecipazione al voto, anche alle ultime elezioni amministrative e anche dalle mie parti, è tragicamente scesa. Gli eletti sono scelti da un numero sempre più ridotto di elettori. Questo è un problema.
Questa roba qui c’entra un sacco con le nostre discussioni. Perché aprire o chiudere alla partecipazione popolare, esporsi o meno al rischio che le scelte dei cittadini siano differenti dalla volontà dei gruppi dirigenti, ha molto a che fare con la possibilità o l’impossibilità di riavvicinare almeno una parte degli elettori delusi, arrabbiati, intenzionati a non votare.
Vabbé, mica serve andare avanti, che siamo sempre lì: chi si accontenta e spera basti accontentarsi, contro chi ha capito che accontentarsi può essere assai pericoloso. E pensa che dovremmo essere noi a proporre, anziché esorcizzarla o demonizzarla, la novità capace di rimettere in moto il sistema democratico italiano. Una responsabilità non da poco, che con cavilli e ditte da difendere sarà complicato onorare.
Ma se dici che Crocetta ha preso metà dei voti della Finocchiaro la volta scorsa, Bersani si preoccupa. Perché lo dici, non perché è vero… Va tutto bene, Madama la Marchesa! Ci vuole male chi dice il contrario.

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