domenica 23 ottobre 2011

A Bologna, a Bologna!

Vorrei essere a Bologna. Forse, dovrei essere a Bologna. Ma, a parte il mal di gola, mi è toccato spostare un po' di suppellettili. Da Ikea alla pancia di Milano, a Novi, alla pancia di Milano. Mi perdoneranno, spero.

Prometto che leggerò tutto. Che con Civati, come si diceva una volta, siamo di leva. Ma non è colpa sua. E la Serracchiani mi piace sin dall'inizio: non ha mai rottamato nessuno, ma l'hanno sempre criticata lo stesso. Tanto per dire, chi attacca e chi si difende. C'è pure Zingaretti, che me lo ricordo da quando ero ragazzino. E va bene così:  un'ottima compagnia.

Da qui ho capito tre cose, che mi piacciono assai.

La prima è che questa Prossima Italia vive nel mondo. E che, forse, abbiamo una possibilità di far crescere, anche qui da noi, la speranza che muove i giovani di tutto il pianeta nelle ultime settimane. Il vento, che dà tanto fastidio a qualcuno, ma che serve. Qui come altrove. Qui più che altrove.

La seconda: ci saranno le primarie del centrosinistra e ci sarà un candidato. Ottimo. Così si fa, senza tatticismi e furberie. Si lanci la sfida e vinca chi deve. E sia chiara la scelta, per tutti. D'Alema e Veltroni ci si mettano, se ne hanno il coraggio.

La terza: si facciano le primarie per scegliere i candidati al Parlamento. Tanto ovvio per qualunque persona di normale intelligenza, quanto inconcepibile per molti dei nostri. Che già me li sento a spiegare: "lo statuto prevede le primarie per la selezione dei candidati alle cariche monocratiche".  Farebbe ridere, non fosse che fa piangere. Primarie di collegio, perché i candidati li vogliamo scegliere. E oggi non chiedono un voto nemmeno ai direttivi di circolo, non dico agli iscritti.

Vabbé, ma questa roba nasce per ricostruire, mica per rottamare. Bisogna essere ottimisti e pensare alle proposte. Che poi, a ben vedere, la novità è rilevante: non si rottama nessuno, perché si sono già rottamati, senza rendersene conto. Tra autostrade e aeroplani, Tedesco e Calearo, aventinismi e grandi successi elettorali - come in Molise...- hanno fatto tutto da soli.

Ora tocca a qualcun altro.

Mentre andavo avanti e indietro con le mie suppellettili, ascoltavo Radio Radicale. Da Capri, i giovani industriali discutevano con giovani che fanno altro. C'era Zedda, il nuovo sindaco di Cagliari, che ha detto un sacco di cose, con quel suo sublime accento sardo, che trasmette tanta rassicurante fermezza. Questa mi è rimasta impressa: ti alzi al mattino e ti guardi nello specchio. È un attimo il passaggio dal chiederti cosa puoi fare oggi di buono al domandarti se ti convenga farlo. Quando compi quel passo, hai smesso di fare politica.

Ecco appunto, facciamo politica e ricostruiamo. Perché ricostruire è buono. E bisogna avere il potere che serve per fare le cose giuste. Che quali sono, le cose giuste, lo sanno tutti. Il problema è che ad alcuni non convengono.

1 commento:

  1. E ti diro' di piu', la Serracchiani e' anche una gradevole persona, capita spesso di incontrarla in centro a Udine, ti sorride, ti saluta, ti chiede come va' con i bambini, insomma e' NORMALE e cotanta gentilezza e normalita', unita anche al fatto che non se la tira per nulla, fa' si' che sia "nelle corde" di molti profani come me che pero' votano!!!
    Marta

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