sabato 8 ottobre 2011

Bamboccioni a Covent Garden

Il mio amico avvocato, col quale si discuteva di opportunità australiane passeggiando per Covent Garden, segnala su Facebook le preoccupazioni di Mario Draghi per il futuro dei giovani. E dell'Italia, che sono legati.

Se tra le migliori menti economiche italiane siamo passati, in pochi anni, dai "bamboccioni" del compianto Padoa Schioppa a questo, vorrà dire che qualcosa è cambiato. Nei fatti, o forse nella percezione che ne hanno i nostri più bravi economisti.

Matteo Morando, l'avvocato, si è incazzato per la risposta di Graziano Moro. Graziano - che è un caro amico, tanto che ancora mi dicono siamo compagni di "corrente" - ha il merito, rispetto ad altri, di una carriera professionale nell'industria privata. Ha anche lui un blog, ha viaggiato molto. Ora fa l'assessore in Provincia, andrà in pensione, poi vorrebbe fare il sindaco di Novi Ligure. Per chiudere in bellezza, si capisce.

Dice nel suo commento: il problema è che non sappiamo spiegare ai giovani che, con una laurea, si può anche fare l'idraulico o il fabbro. E che i giovani italiani sono schiavi di un paradigma (che parole...): pretendono il posto nel pubblico per assentarsi quando vogliono, non cambiare città e dedicarsi a tutto tranne che al lavoro. Mancano di quello spirito imprenditoriale che serve alla crescita.

Draghi non ha capito niente. Non è questione di opportunità per i giovani. È proprio che non ne hanno voglia. Bamboccioni e accidiosi. Tiè!

Da buon riformista, come mi hanno insegnato fin da ragazzo i riformisti che più riformisti non ce n'è, provo a partire dalla realtà. Guardarsi attorno e capire. Guardarsi attorno e confrontare: i "giovani d'oggi" coi loro genitori.

Mi volto da una parte e vedo menti meravigliose che hanno scelto la scuola - quando ancora si assumevano insegnanti - perché garantiva stipendio e pensione. Vedo  pensionati in tenera età e altri che protestano perché avranno la pensione, addirittura, dopo 36 o 37 anni di lavoro. Vedo carriere politiche fondate su decenni di aspettativa da impieghi ipersicuri nella pubblica amministrazione. Non vedo, tra i padri, questo esercito di coraggiosi innovatori. Non vedo un Enzo Ferrari né un Guglielmo Marconi. Vedo, al massimo, qualche Della Valle o Cordero di Montezemolo. Steve Jobs apparteneva a quella generazione. Ma era americano, non italiano. Occhei?

Mi volto dall'altra parte e vedo ragazzi iperflessibili, che passano da uno stage a un contratto a termine da dieci anni. Che non cambiano città, anche se sarebbe tanto facile, coi loro stipendi poi... a Milano un monolocale a 700 euro più spese, un bilocale a mille più spese. E sei mesi anticipati. Vedo giovani che nemmeno sanno cosa sia un posto di lavoro nel pubblico. Perché non si assume più nessuno. O no?

Ecco, se c'è un paradigma italiano che tarpa le ali alla crescita, ne sono protagonisti i padri, non certo i figli. E ancora continuano a difenderlo, per proteggere sé stessi e l'indifendibile di una società che ha vissuto per trent'anni al di sopra delle sue possibilità. Mangiandosi il pasto di una o due generazioni a venire.

Che poi i padri facciano pure la morale ai figli lascia senza parole.

2 commenti:

  1. Chiamato in causa ti offro il mio commento. Innanzi tutto ho indotto Matteo a comprendere che non fossi d’accordo con Draghi e questo merita una breve puntualizzazione poi se siamo d’accordo bene se no scopriremo di avere idee diverse.
    Quando Draghi parla di opportunità per i giovani si riferisce innanzi tutto all mercato del lavoro. Come Lui condivido che la prima cosa da fare è quella di favorire il max della mobilità dei lavoratori tra imprese diverse ed anche tra settori diversi per esempio dal pubblico impiego al lavoro produttivo e viceversa ma per meriti e non raccomandazione politica…. Un mercato del lavoro chiuso non aiuta le giovani generazioni e non permette nemmeno di capire cosa occorre fare per stare dentro i mercati globali, Altrimenti continueremo a dire che i giovani indiani e cinesi sono sfruttati dal regime e maggiormente disponibili perché affamati.. Stay hungry…vecchio Steve…..
    S e poi parliamo di impresa e di propensione al rischio di anti-bamboccionismo. Dice Draghi “occorre rimuovere gli ostacoli all'attività economica riducendo i costi di apertura e di gestione delle nuove imprese promuovendo anzitutto la partecipazione economica delle nuove generazioni. Bisogna allentare le difficoltà di accesso al capitale di rischio…, sostenendo l'espansione delle imprese giovani a più alto potenziale innovativo.” Ma su cosa nascono le imprese se non sulle necessità del mercato e se c’è bisogno di idraulici sarà un problema con cui i giovani si devono confrontare oppure è roba da extra comunitari. Si certo se studiamo legge non è conveniente dedicarsi all’idraulica ma perché ad un giovane ingegnere deve essere preclusa la possibilità di ideare un impresa che produca che ne so…braccia robotizzate che gli consentano di rispondere alla chiamata di un’anziana signora e riparargli un guasto con modalità innovative e di alto contenuto tecnologico…Sarà un idraulico competitivo tecnologico ed innovativo; deve fare scandalo perché si chiama idraulico; lo chiameremo all’americana hydraulic che fa più fine. OK!
    E’ una questione di mentalità, e questa che piaccia o no è per noi un freno alla crescita. So bene, sappiamo tutti bene che i vecchi difendono le loro posizioni e si guardano bene dal lasciare spazi ai giovani, come dici tu; giustamente se c’è un paradigma Italiano ne sono più responsabili i padri che i figli ma il paradigma ( che parola .. ma non l’ho inventata io) è contagioso e Draghi sa che bisogna superarlo. Per superare una crisi come questa bisogna cambiare mentalità, padri e figli, nessuno è escluso .
    Per il resto scopro che passeggiare per Convent Garden discutendo di opportunità australiane non aiuta a riflettere serenamente sulle opportunità Novesi, sia tu che Matteo siete due cari amici con Matteo abbiamo avuto unità di vedute sul candidato alla segreteria Provinciale tu hai legittimamente preferito un altro candidato. Tu sei Assessore a Novi e a causa della tua età ti trovi non di fronte alla pensione come me, tra qualche anno ,( spero) ma di fronte ad una carriera professionale, una nuova opportunità che purtroppo ti porta fuori Novi. Tu a differenza di me su sta storia del sindaco di Novi hai già fatto e disfatto quelle poche regole che siamo riusciti a darci. Hai deciso che non ti candiderai più anche se nessuno ti ha chiesto nulla hai deciso che io sarò sindaco anche se nessuno mi ha chiesto nulla. Vedi Germano io non ti ho mai fatto la morale ma tu hai voluto farla a me e questo secondo lo spirito del tuo articolo mi sembra una roba da vecchio.
    Un abbraccio
    Graziano

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  2. SACROSANTO.PUNTO. E CHI DICE IL CONTRARIO..NE E' LUI STESSO LA PROVA.

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