martedì 27 novembre 2012

Mia madre e il ballottaggio

Mia madre ha 74 anni. Nella sua vita ha sempre votato per il Partito Comunista Italiano, poi Pds, Ds, Pd. Non si è mai sbagliata… Fosse per lei e fosse stato possibile, alle primarie avrebbe votato Enrico Berlinguer. O al limite Ernesto Guevara. Non potendo, avrebbe forse votato per Matteo Renzi, in parte perché pensa che dobbiamo cambiare tutto, in parte perché mi vuole bene.
Avrebbe, ma non lo ha fatto. Semplicemente, perché domenica 25 mia madre era ferma a letto, per i postumi di una sospetta frattura. Era la prima volta – tra elezioni, referendum, primarie – che non andava al seggio. Ne è stata molto dispiaciuta, come sanno esserlo solo le persone della sua generazione, che considerano l’esercizio del voto – non solo un dovere – ma soprattutto una soddisfazione personale.
Mi è capitato spesso, nei vent’anni in cui ho frequentato i seggi elettorali, di ascoltare critiche nei confronti di noi militanti di sinistra, accusati di “portare a votare la gente in barella”. In tutti i casi, ho invitato i miei interlocutori a parlare con quelle persone anziane, che faticosamente raggiungevano il seggio accompagnate da altri. Parlare con loro per scoprire che quella di votare era una loro scelta, una volontà precisa, non negoziabile. Avevano “messo in croce” famigliari e amici per settimane, per essere sicuri che qualcuno li portasse al seggio il giorno del voto.
Noi tutti sappiamo che le cose stanno esattamente in questo modo.
Probabilmente mia madre non sarà in grado di raggiungere il seggio neppure domenica 2 dicembre. Ma se solo potrà, mi chiederà di portarcela. Dovrò risponderle che non si può, perché dovrei prima portarla – tra giovedì e venerdì – nella città di Alessandria (20 km da Novi Ligure, dove c’è il suo seggio e circa 30km da dove vive oggi) al cospetto della “commissione provinciale”, dove esibire i “documenti” che dimostrino la sua impossibilità a registrarsi il giorno 25 novembre. E questo non sarà proprio possibile.
Beh, io questa cosa non so come spiegargliela. Si sente di farlo Nico Stumpo?

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