sabato 7 luglio 2012

Non piove, Governo ladro

Bisogna prenderla sul ridere, sennò finisce che ti incazzi. E io, si sa, son fin troppo incazzoso.
Dunque, c'è la spending review, che è piena di tagli alla spesa. Ma va?
Come ho detto ieri sera al dibattito di Novi contro l'abolizione delle province, dovrei spiegarvi quanti e dolorosi tagli toccheranno di nuovo ai comuni. E che per Novi son duecento e passa mila euro nel 2012 e quasi un milione nel 2013. E che gli enti virtuosi e quelli non virtuosi e avanti...
Ma ieri sera ho fatto il cattivo. Quello che vuole abolire le province e i comuni da 90 abitanti. E quindi - direi per definizione - distruggere la democrazia, cancellare tutti i servizi sociali. Forse, anche mangiare i bambini.
Ma ho anche detto che dei tagli non avrei parlato. E ora vi spiego perché.
Allora, c'è un Governo che il Pd sostiene, il quale ha il compito di salvarci dalla bancarotta, rimettendo in sesto la macchina pubblica italiana. Che è grossa, funziona male e costa troppo (e già su questo, chissà se siamo tutti d'accordo).
Ci sono i tagli proposti dal Governo. E c'è il mio Partito. Che col segretario critica i tagli ai piccoli ospedali (e questa sarebbe persino una linea) e col responsabile economico - ma non solo con lui - dice che i tagli hanno lo stesso effetto dell'aumento dell'Iva. Quindi, "meglio l'Iva". Da un punto di vista macroeconomico. Chissà da quello politico. Chissà...
Comunque, in giro sta succedendo più o meno questo: ognuno prende il suo pezzo di spending review e spiega perché non va bene. Uno vuole l'università in campagna, l'altro difende il tribunalino, tutti difendono un pezzetto di pubblico impiego. La linea più o meno è questa: ognuno difende il suo pezzo, poi il Partito fa la somma delle difese. E difende tutto. Che intanto, aumentare l'Iva o tagliare la spesa fa lo stesso. Ma non diciamolo in giro...
Ieri sera i miei amici Graziano Moro e Daniele Borioli mi hanno spiegato che - invece delle province - potremmo accorpare un po' di regioni, togliere gli statuti speciali e chiudere le camere di commercio. Li ho chiamati "benaltristi". Ma mi piacerebbe fare, tra qualche settimana, un dibattito pubblico sulla chiusura delle camere di commercio, con un dirigente del Pd che le voglia cancellare.
In realtà, mi accontenterei di meno: se siamo d'accordo che le province si occupano di cose che non competono loro - cultura, sport... - vorrei vederle smettere. Domani. E se ci sono troppe società e enti partecipati dalle province - come dice la loro Unione nazionale - che non si sa cosa facciano e a cosa servono, vorrei vederne chiudere qualcuno. Domani. O il giorno dopo, quando, ad esempio, si terrà l'assemblea della società provinciale alessandrina Energia e Territorio Spa.
Così, forse, riusciremmo a diradare l'impressione che noi si stia solo difendendo i nostri posti, il nostro sistema di potere, il nostro futuro. Aspetto ancora una risposta.
Ma sono certo che ci saranno ragioni politiche molto valide per non farlo. Quindi, meglio stare tranquilli e passare un'estate serena. Prepararsi alle primarie che non ci saranno e a tutto il resto. Una buona estate. E anche se non piove, Governo ladro...

PS: se un Partito fa un dibattito pubblico su una proposta del Governo al quale vota la fiducia in Parlamento e in quel dibattito un pirla come me difende il Governo e il Segretario della Federazione Provinciale del Partito lo attacca, rivendicando persino la "legittimità" della propria posizione, forse ci stiamo perdendo un po' per strada. E Togliatti - lo dico per quelli che ne hanno tanto cara la memoria - si rivolta nella tomba.

3 commenti:

  1. caro germano, lasciamo togliatti alla storia, che molti motivi gli fornisce di girarsi nella tomba, tanti come quelli per sciogliergli le nostre lodi.
    a proposito di tagli e razionalizzazioni, guardati anche un po' vicino a casa. nel 1995, giovane vice presidente e assessore ai trasporti della provincia, proposi una piccola cosa: fondere CIT e SAAMO (due amministrazioni politicamente omogenee, operazione di semplice buon senso). mi sembra che siate ancora lì...eppure tu, come assessore al bilancio potresti forse fare qualcosa. o forse le cose sono un po' più complicate quando devono essere fatte anziché sermonate... o forse il "benaltrismo" è una malattia che ha trasmesso e qualche bacillo anche dalle tue parti... sarà forse una colpa rivolgere qualche critica a monti? non ho smantellato gli altarini dei miei "maggiori" per allestirne oggi uno al pur stimabile professore: lo appoggio ma non mi prostro. per farlo, attendo un buddah che mi indichi una via più serena e convincente

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  2. Vabbé ma è noto che a Novi, se non interviene la Provincia, non sappiamo fare niente. Nemmeno metterci d'accordo per fare una strada con Serravalle. Tra l'altro siamo così pirla che ancora diciamo che il terzo valico va fatto. Siamo rimasti noi e il sindaco di Genova, pare.
    Comunque, io farò sermoni, ma quando faccio una proposta non ricevo risposte.

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  3. Devo dire la verità, apprezzo lo stile pungente di Germano, che effettivamente chiede proposte concrete ma non riceve molte risposte, e devo dare atto a Daniele (era lui il vice pres nel '95, credo) che quella che fa è una proposta. aggiornabile, magari: se da domani iniziassimo a pensare al trasporto "formato Provincia" o "area vasta", che dir si voglia? le FS ci tolgono i treni e allora noi rispondiamo occupando uno spazio di mercato lasciato libero, tagliando qualche CdA e ottimizzando alcune voci di spesa. è una follia?
    Il rischio, in questo momento e a mio modo di vedere, è quello della tifoseria: io tifo Bersani contro Renzi, io tifo Balduzzi contro Filippi, io tifo il governo Monti contro Bersani, io tifo per i diritti civili contro i cattolici del PD che tifano per il Vaticano. Il salto di qualità per il partito sarebbe capire e riuscire a scegliere le priorità vere, e incidere su tutto il resto per cavarci risorse e denari utili a farle vivere, anche se non è facile, ha ragione Daniele. Servizi(da stabilire quali e chi li deve erogare), sanità, efficientizzazione della PA sono tre proposte? bene, allora risolvere le duplicazioni inutili, rinunciare a determinare politicamente le nomine dei primari, ad assumere gli amici degli amici (sempre che ancora si possa), scegliere dirigenti in base al fatto che dirigono e non in base come votano sono, per esempio, prezzi da pagare. Siamo a questa empasse: dobbiamo scegliere se gestire orticelli di consenso oppure se governare un paese (ognuno al suo livello). La situazione è tale per cui scegliere la seconda (cioè quella giusta e seria) significa perdere la prima. A mio avviso sarebbe la cosa che ci farebbe più bene, anche di fronte al prossimo giudizio delle urne.

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