martedì 10 luglio 2012

Non ci siamo

Non ci siamo proprio. So che darò un dispiacere ai miei amici riformisti che più riformisti non si può. Ma mi tocca pure spiegare che lo avevo detto.
Allora, c'è il Partito che sostiene Monti a Roma, ma lo crocifigge ogni giorno in provincia. E c'è una linea di politica economica che rischia di mandare in malora Partito e Paese in un colpo solo.
Una linea del genere - sulla quale credo di aver speso fin troppe parole - va contrastata con forza. Serve un'alternativa moderna al ripiegamento operaista e allo spesismo senza ritegno. C'è chi la sostiene, da tempo, in questo Partito. Chi ha lanciato, da tempo, una sfida senza precedenti. Chi ha la possibilità di prevalere, nel confronto democratico delle primarie, anche perché incarna una voglia di rinnovamento che tra i nostri elettori c'è e cresce ogni giorno.
Di fronte a tutto questo, cosa fanno i miei "riformisti"? Fanno i montiani. Non nel senso di sostenere Mario Monti e criticare le ambiguità del Pd verso il Governo. Ma nel senso di proporlo per tanti altri anni. Con tutto quello che ne consegue, in termini di quadro politico, di alleanze e anche di rischio che il populismo più becero e pericoloso possa trarne vantaggio... PdL e Pd (meno L) insieme? Grillo ci va a nozze...
Ha ragione Gad Lerner, quando definisce il montismo "pensiero debole del Pd". Se la via d'uscita per i riformisti del Pd, nello scontro tra Bersani e Renzi, è questa, stiamo freschi.
E poi io mi chiedo quale bisogno ci sia di una via d'uscita. Non sarebbe più semplice, infinitamente più semplice, schierarsi con chi propone le cose giuste e con questi andare a un confronto che può persino essere vincente? Se non è semplice, deve esserci qualcos'altro. Che temo con i programmi e con la politica economica c'entri poco. 
Forse, in fondo, sono tutti molto più uguali di quanto non si creda. Animati dalle stesse paure e dalle medesime insofferenze di quegli altri. Forse la difesa del proprio ruolo fa premio su tutto, anche sulle idee più belle e più giuste. D'altronde, Matteo Renzi - e molti di noi insieme a lui - vuole fuori dal Parlamento chi ci è stato per molti anni. NOI vogliamo una nuova generazione al Governo del Paese. Crediamo che questa generazione sia pronta e non abbia più bisogno di essere "messa sotto tutela". O tenuta in panchina. E toccare certe corde, l'ho provato di persona, non ti rende simpatico. Non solo agli uni, "ma anche" agli altri.
Resta il fatto che oggi, proprio oggi, chi applaude a ogni uscita di Fassina può segnare un punto a proprio favore e continuare il gioco di sostenere Monti, senza in realtà sostenerlo. Che intanto, questo Governo lo vogliono quelli là. "Fosse per noi..." Un mezzo capolavoro, almeno per chi voglia giocare ancora a lungo il ruolo di "destra" - minoritaria - nel Partito.

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