sabato 9 giugno 2012

L'unica battaglia

Il mio amico Gianni Noli - un artista, ma anche uno che di politica ne capisce - un giorno mi ha detto così: "Nei partiti, le correnti non significano niente. L'unica battaglia che conta è quella tra chi ha il potere e chi, per cambiare le cose, vuole prendere il potere". Mi pare che abbia ragione.
In questo periodo, la speranza di un futuro per la nostra parte politica coincide con la "presa del potere" da parte di una nuova generazione. Qualcuno direbbe "presa del Palazzo d'Inverno", ma è roba per chi ha studiato in Russia.
Non è data altra strada, fuori da un ricambio generale e profondo del personale politico. Perché gli elettori non accetteranno meno di questo. E perché c'è chi il ricambio lo propone, fuori dal Pd. Offrendosi come alternativa al Pd.
Questa consapevolezza, insieme alla decisione del partito - forse obbligata, ma non certo scontata - di fare le primarie, consegna un ruolo e una responsabilità a tutti quelli che vedono l'urgenza del ricambio come una questione di sopravvivenza per un centro-sinistra di governo.
La responsabilità di essere all'altezza del momento. E quindi del compito. Aver affermato il principio delle primarie, per quanto fondamentale, non è che il primo passo. Chi ci guarda da fuori aspetta di vedere un'alternativa, per tornare a credere in questo partito.
Quindi - che siano di Firenze, di Monza o di Udine - quelli che ritengono necessaria questa alternativa devono lavorare insieme per costruirla. Insieme. Per vincere le primarie, vincere le elezioni e governare l'Italia.
Servono coraggio, generosità e unità. E non esistono soluzioni intermedie. Lo vedremo presto: le primarie non saranno una passeggiata. Il confronto sarà duro e le forze della conservazione non si faranno da parte. Cercheranno di vendere qualche operazione di facciata per il ricambio che non vogliono. Tireranno fuori molti cilindri e altrettanti spelacchiati conigli.
Non sarà uno scherzo. Ieri sera in televisione, mentre la militante novantenne di Ostia Antica proponeva il pensionamento di D'Alema e degli altri, Orfini&Fassina spiegavano che il ricambio non è questione di procedure. Nessun limite ai mandati parlamentari, l'importante è cambiare i ministri: loro ci sono, per quanto faccia sorridere.
A noi il compito - con coraggio, generosità e unità - di portare fino in fondo la battaglia. Come dice Gianni, l'unica che valga la pena di combattere.
E dovrebbe aiutarci sapere che essa non ha alternative.

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