domenica 25 agosto 2013

Menomale che Silvio c'è

Oggi l'ho letto l'articolo di Eugenio Scalfari, 89 anni, fondatore di Repubblica. L'ho fatto perché mi sentivo un po' in colpa e perché tutti si ostinano a commentarlo, la domenica mattina.
Ho capito questo: che Berlusconi è molto cattivo, un pericolo per la democrazia e per il futuro dell'Italia. Dannazione!
Poi ho capito anche che se il Pd sta tutto bello unito "a difesa dell'interesse generale e dello stato di diritto" magari si riprende i voti che sono andati a Grillo e vince. Cioè, Scalfari non lo scrive che poi si vince, ma speriamo sia solo per scaramanzia che non ne fa cenno. Sennò stiamo freschi, senza nemmeno un po' di wishful thinking.
Comunque, il Pd deve stare tutto bello compatto "contro" Berlusconi, perché stavolta c'è poco da scherzare: in gioco c'è l'Italia. Per la settima volta.
Ora, un elettore un po' sgamato del PdL potrebbe rispondere che le sei volte prima, sarà pure stata in gioco l'Italia, ma non ce la siamo mica giocata. Che i mari continuano a bagnarla e il sole a splendere, magari solo un po' meno in questi giorni di temporali...
Ma sono sottigliezze semantiche. In gioco c'è l'Italia e il Pd, per salvarla s'intende, deve fare la settima campagna elettorale contro "le destre", contro il Caimano, contro il Giaguaro...
Non c'è spazio per nessuna novità, non c'è modo di uscirne. Dobbiamo continuare a legittimare, combattendolo, il ruolo politico e storico dell'avversario di vent'anni. Di aprire una stagione nuova, almeno provarci, non se ne parla neppure: c'è in gioco l'Italia, per la settima volta, non si scherza...
Allo scopo, potremmo magari resuscitare Di Pietro e Ingroia. Richiamare in servizio il popolodeifax e i girotondi, i micromega e le sabineguzzanti, i popoliviola e i senonoraquando. Tutti uniti per la settima volta, come un sol uomo e per un sol mese, "a difesa dello stato di diritto".
L'Italia non morirà di berlusconismo. Ma rischia di morire di questo antiberlusconismo militante e vagamente paraculo. Al quale si addice, più di altre, la massima filosofica "Menomale che Silvio c'è".
Pensare che l'alternativa, quella che serve per aprire una stagione nuova, dicendo e facendo cose nuove, c'è già e si chiama Matteo Renzi.

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