mercoledì 1 maggio 2013

Abolizioni

Io sono sempre stato favorevole a una tassa comunale sugli immobili che si applichi anche – e soprattutto – alle prime case. Sono sempre stato favorevole perché credo nel federalismo o, per dirla con meno retorica, al fatto che i sindaci siano scelti dalle stesse persone che poi ci mettono i soldi per far funzionare i comuni: “No taxation without representation”, o meglio viceversa. Ora, poiché la maggior parte delle famiglie italiane possiede la casa in cui abita, una tassa comunale sulle case è il modo migliore per collegare voto e portafogli.
Ero favorevole a questa tassa anche quando il centro-sinistra l’ha abolita per tre quarti. Lo sono rimasto quando il centro-destra ha tolto la parte restante. Lo sono ancora. Questo non significa – peraltro – che lo Stato non possa decidere di “restituire” le somme pagate dai cittadini e quindi "abolire" l'IMU, se questo rientra tra le priorità programmatiche del Governo.
Faccio un esempio: ogni cittadino paga la sua IMU al comune con le scadenze previste. Lo Stato gliela restituisce – nella dichiarazione dei redditi – in misura standard. Vale a dire: dato il valore della casa in cui abiti, ti restituisco il 4 per mille, meno la detrazione fissa (200 euro) e meno le detrazioni per i figli a carico (50 euro per ogni figlio). In questo modo, l’IMU sull’abitazione principale non c’è più, ma rimane il fondamentale collegamento tra voto e portafogli. Perché, se abiti in un comune che ha aumentato l’IMU dal 4 al 6 per mille, ad esempio, non avrai indietro dallo Stato tutto quello che hai speso. E potrai prendertela – giustamente – col tuo sindaco. Se invece hai la fortuna di vivere in un comune che ha diminuito l'IMU, riceverai indietro più di ciò che hai pagato. E potrai ringraziare di questo il tuo sindaco.
Facendo così, tutti i problemi sarebbero risolti. A partire dai flussi di cassa per i comuni. Perché invece, se togli l’IMU sulle prima case e la sostituisci con trasferimenti statali ai comuni, intanto complichi di molto i calcoli e rischi di favorire i comuni che hanno usato quella leva per aumentare le proprie entrate, poi c’è da vedere quando i soldi saranno versati nelle casse dei comuni. Un problema che, con la scadenza di giugno sospesa, già toglie il sonno a molti amministratori. Di più, con un meccanismo del genere, i comuni avrebbero tutto l'interesse a cercare gli evasori.
Dunque, piuttosto che avventurarci in una discussione ideologica pro o contro l’abolizione dell’IMU prima casa (poco credibile, visto che il centro-sinistra l’ha abolita già una volta e pericolosa, perché non possiamo lasciare al centro-destra il monopolio delle cose che piacciono alla gente), sarebbe più interessante discutere il come. Così tra l’altro i problemi dei comuni li affrontiamo subito. E li risolviamo, anziché lasciarli svolazzare a mezz’aria per mesi. Così non facciamo la solita parte di quelli che difendono la spesa pubblica improduttiva e –  quindi – le tasse che servono per finanziarla.
Tutto il discorso, sia detto per inciso, vale anche per le province. Che il Governo vuole "finalmente abolire". E speriamo non sia il Pd a mettersi, ancora una volta, di traverso.

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