lunedì 5 dicembre 2011

La campanella

Non vorrei parlare delle pensioni. Sono il tema più delicato e che solleva maggiori proteste. E’ così da vent’anni, me lo ricordo bene, da quando si è cominciato a discutere e a riformare il sistema. In questi vent’anni, migliaia e migliaia di italiani hanno continuato ad andare a riposo con pensioni di gran lunga superiori a quanto avevano versato. Quel costo, insieme a quello di decenni di prepensionamenti e altre storture, grava sulle generazioni successive. Ciò che cambia da ieri è che il peso finisce sulle spalle di tutti quelli che ancora lavorano, non solo dei più giovani. Non è una bella notizia, perché tutti – anche io – preferiremmo andare in pensione a 55 anni, con 35 anni di contributi e l’80% dell’ultima retribuzione. Ma sappiamo bene che questo non è (non sarà più) possibile. Auguri di buona pensione a chi ci è riuscito. E di buon lavoro a tutti gli altri.
Nella manovra di Mario Monti, spiegano molti attenti osservatori anche della mia parte, manca “la patrimoniale”. In effetti, pare che nessuno degli articoli e commi del decreto legge si intitoli “tassa patrimoniale”. Questo è sufficiente per dire che non vengono tassati i grandi patrimoni? Mi pare di no. Le novità sugli immobili ci sono e pesano in misura molto diversa tra prime e seconde case. E fatemi capire, se si vuole mettere una tassa sui patrimoni in Italia, su cosa si deve agire se non sulle proprietà immobiliari? Poi c’è altro, dal prelievo sui capitali rientrati con lo scudo fiscale alle nuove tasse sui beni di lusso. O qualcuno pensa – mentre il problema sono i tassi sul nostro debito pubblico – che si debbano “tassare i Bot”?
Questo discorso si collega a quello sull’equità, che in Italiano si traduce più o meno “paghi chi non ha mai pagato”. Poi però c’è chi intravede un deficit di equità nel mancato aumento delle più alte aliquote Irpef. Ora, chiarito che chi guadagna 70.000 euro all’anno sta meglio di chi ne guadagna 30.000, bisognerà pur ricordare che a pagare l’aumento dell’Irpef sarebbe stato chi quei 70.000 euro li dichiara: lavoratori dipendenti ad alto reddito. Sarà più equo colpire loro o – attraverso una maggiore imposizione sul tipico bene rifugio degli evasori, l’investimento immobiliare – provare a tassare chi quei redditi li ha, ma non li dichiara?
Sui costi della politica, forse nessuno se n’è accorto, il Governo ha fatto praticamente tutto quello che poteva: ha ridotto gli stipendi dei ministri. Quelli dei parlamentari deve ridurli il Parlamento, quelli dei consiglieri regionali, i singoli consigli. Per decreto non si può fare, se non si vuole rischiare un conflitto costituzionale di attribuzioni che potrebbe vanificare tutto lo sforzo. Identico discorso vale per la semplificazione della macchina amministrativa, con il lungo elenco di enti e organismi soppressi. E soprattutto, con l’abolizione delle province. Che scritta così, nel decreto non c’è, semplicemente perché le province sono previste dalla Costituzione (ce le abbiamo messe noi, non i Padri Costituenti…) e per decreto non si possono eliminare. Ma avete capito cosa succede alle province nei prossimi nove mesi?
Insomma, a me non pare poco, né per l’equità né per la semplificazione della pubblica amministrazione. E oggi lo spread coi bund è sceso sotto i 400 punti base. Che parlarne sarà pure un noioso e astruso tecnicismo, ma siccome a me piace mangiare tutti i giorni e vorrei farlo ancora per qualche decennio, mi ci sono abituato. E penso che conti di più l’andamento dello spread che la simpatia o il consenso che potrei ottenere partecipando – insieme a troppi amici – al gioco un po’ paraculo delle critiche, dei distinguo, del tirare indietro la manina per paura di bruciarsi un poco.
Non so quanti tra i miei amici che si occupano di politica lo abbiano capito, ma quella che si sente suonare è la sirena dell’allarme. Non la campanella della ricreazione.

1 commento:

  1. Ciao Germano
    scrivo per la prima volta sul tuo Blog. Molto interessante quello che scrivi: da parte mia posso dirti che sono in parte soddisfatto da questa manovra. La situazione purtroppo necessità misure impopolari, ma mi sarei aspettato qualcosa di più da questo gruppo di tecnici così qualificati; se proviamo a fare una simulazione, seppure grossolana, vediamo che la benzina, aumentata di un bell'importo avrà impatto su tutti, in maniera diretta o indiretta; l'ici avrà impatto su tutti, anche su chi si è comprato casa con lunghi e duri sacrifici; l'iva avrà impatto su tutti, anzi maggiormente sui ceti medio bassi.
    Quindi? Avrei preferito un'ici pesantissima sulla seconda casa e non sulla prima, avrei preferito una tassa molto più forte sui beni di lusso, avrei preferito una tassa sui redditi superiori ai 100.000 euro, avrei preferito una norma che vada a commisariare quelle regioni o enti con bilanci in rosso, rendendo non candidabili nelle prossime elezioni i politici responsabili (in un'azienda privata se porti in rosso il bilancio difficilmente il cda ti mantiene in carica, a meno di alcuni tristi casi parastatali o alcune banche), avrei preferito una sforbiciata sui contributi alle regioni a statuto speciale, avrei preferito la riduzione dei contributi alle aziende (40 mld annui!)... speriamo piano piano queste cose arrivino.

    L'altro aspetto necessario sono gli stimoli all'economia, aumentando gli investimenti pubblici in infrastrutture: ben vengano quindi TAV, Terzo Valico!! Ho volutamente inserito questi due esempi perchè sintomatici di un paese ingessato e perchè, a mio avviso, fondamentali per il nostro sviluppo della nostra Regione.

    Ciao

    Matteo

    RispondiElimina


in viaggio con Manubrio