sabato 26 novembre 2011

Cooptazione e governi

Il Partito Democratico sostiene il Governo di Mario Monti e il suo sforzo per rimettere in piedi l'Italia. Il Partito Democratico sa che il Governo di Mario Monti è lì per fare alcune riforme che possono non piacere a una parte dei suoi elettori. Il sistema pensionistico, per primo, che va riformato, non perché i conti dell'Inps siano in perdita, ma perché sono in equilibrio su un meccanismo che eroga oggi ai cinquantenni pensioni pari all'80% dell'ultima retribuzione. Ed erogherà, domani, pensioni ai settantacinquenni pari al 40% della loro (nostra...) ultima retribuzione. Il mercato del lavoro, per secondo, dove chi è tutelato lo è totalmente e chi non è tutelato non lo è per niente. La riforma della Pubblica Amministrazione, infine, perché va ridotta la sua dimensione, ne vanno contenuti i costi e va semplificato un sistema di governo che, sotto il paravento della "democrazia", protegge privilegi ed enti inutilissimi. Province, province e province per prime.
Io spero che il Governo di Mario Monti abbia la forza di fare tutte queste cose, così come quelle (Ici, lotta all'evasione, liberalizzazione delle professioni, una nuova stagione di coesione territoriale) che non vanno a genio all'altra parte. Questo è il succo della questione politica di oggi: un Governo sostenuto da tutti o quasi, che si incarica di fare le cose che servono, che piacciano o dispiacciano ai singoli partiti.
Ho pensato per qualche giorno, nella mia beatissima ingenuità, che la partecipazione entusiasta del Pd a questa nuova stagione fosse autentica e priva di astuzie. Mi sono sbagliato, ancora una volta.
Adesso mi spiegano che - se parliamo di economia - noi abbiamo una posizione, che è stata decisa in un'assemblea programmatica. Una posizione diversa da quella di Monti e del suo Governo. Fossimo gente seria, gli toglieremmo la fiducia. Così potremmo andare alle elezioni, vincerle e applicare la nostra ricetta - tornare avanti o andare indietro, mi pare si chiami... - che superi gli errori degli anni '80 e '90. Ci sono già i ministri in pectore per applicarla. 
Qualcuno dirà: ma abbiamo preso impegni con l'Europa, non possiamo mica. Certo che possiamo. E poi che importa? Al governo ci andiamo con l'Udc: potremo sempre fare le cose che non sono di sinistra e dire che ci hanno obbligati loro. E speriamo che lo facciano...
Insomma, siamo sempre li, alla responsabilità istituzionale senza politica: sosteniamo Monti, ma noi faremmo dell'altro. Non è vero, ma poco importa. Basta restare in sella e che passi la bufera. La nuova guardia è pronta a scendere in campo: "iscrittosi giovanissimo alla direzione nazionale del partito", uno Stefano Fassina basterà per rinverdire i fasti dei quarantenni di vent'anni fa.
Intanto Monti parla di primato del merito e vuole superare "ogni forma di cooptazione". E si capisce che i Giovani Turchi non possono proprio condividere.

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