domenica 28 luglio 2013

La signora Maria

L'Italia Viva è la signora Maria, incontrata nella sala d'aspetto (senza aria condizionata) della stazione di Grosseto. La signora Maria che, in venti minuti, ti racconta la storia sua, che è storia d'Italia.
È nata in Puglia, la signora Maria, con quattro sorelle e un padre morto in guerra. Parte per Roma e si sposa. Muore il marito e la lascia sola, con una figlia piccola.
Ci sono tanti pugliesi a Milano e qualcuno le dice che lì, per chi ha voglia di lavorare, c'è di che vivere.
Parte per Milano, la signora Maria, a fare la baby-sitter.... ma la seconda volta dice "bambinaia". C'erano delle agenzie - serissime - per le bambinaie. E lei va a lavorare da una contessa: al mattino da lei e al pomeriggio dal fratello. Le danno 140.000 lire ciascuno, che "nel '71-'72 sono soldi..."
Poi assumono in banca, donne delle pulizie, ma solo per cinque ore al giorno. E allora la signora Maria va a fare le pulizie in banca, ma continua anche a fare la bambinaia e poi va tre ore al giorno nel grattacielo Pirelli, al self service, a servire i piatti.
Si compera la casa, la signora Maria: piccola, ma la mette a posto bene. E la paga in contanti.
È arrabbiata con l'Euro, la signora Maria, e coi politici: perché lei prende 1005 euro al mese di pensione e loro guadagnano un sacco di soldi. Ma poi si preoccupa e mi chiede che lavoro faccio io. E le rispondo col mio lavoro, quello vero, e che non mi lamento. 
Ma soprattutto, è preoccupata per le due nipoti, la signora Maria, mentre va al mare a Cerveteri da un'amica: studiano e sono brave, ma ha paura che dovranno andarsene "negli Stati Uniti d'America, come tutti quei dottori che diceva il giornale".
Ma alla fine ci spera ancora, la signora Maria: perché a Milano, per chi ha voglia, il lavoro c'è sempre e perché "voi giovani siete bravi".
E mi saluta, la signora Maria, dicendomi che a Milano fa caldo di giorno, ma di non preoccuparmi che la sera è ventilato. Io non ci credo, ma poi mi fa gli auguri, per quell'unica cosa che sono riuscito a raccontarle di me. Ma credo le basti per guardare ancora, con speranza, alla storia nostra.
Buon Viaggio, signora Maria.

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