"E poi se la gente sa e la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca, per tutta la vita, e ti piace lasciarti ascoltare"
sabato 31 dicembre 2011
Stupidi ragionieri
lunedì 26 dicembre 2011
Quattro turni e un benchmarking
Ma, appunto, questo blog serve per chiarire alcune cose, specie a chi appare più refrattario a farsene una ragione. Quattro mesi fa diedi scandalo con due affermazioni: "non punto a fare il sindaco nel 2014" e "c'è in giro un clima di normalizzazione che punta a cancellare il rinnovamento avviato negli ultimi anni". A distanza di quattro mesi, il tenore del dibattito nel mio partito - magistralmente riassunto dall'amico Bruno Motta in un'intervista a Il Novese - è il seguente: "Marubbi fa casino perché vuol fare il sindaco, ma è una cosa "normale" e si faranno le primarie". Odio avere ragione quando preferirei sbagliarmi.
Lo schema è fin troppo facile da decifrare, il metodo sempre lo stesso: si banalizza una posizione di cui non si vuole discutere, la si condisce con qualche velata accusa di "ambizione" e di "individualismo", si rivendica il primato del Partito sulle beghe personali. Accettando persino il ridicolo di proporre primarie a due turni (prima di partito, poi di coalizione) per scegliere chi candidare in un'elezione a due turni: il quadruplo turno alla Novese.
Nonostante tutto, Io ci riprovo, perché a Natale si dovrà essere più buoni, ma di certo non pirla, come dicono da queste parti.
Possiamo discutere di come un grande Partito, anche in sede locale, seleziona, protegge e promuove gruppi dirigenti nuovi e giovani? Ci chiediamo se abbia senso considerare la città come un premio alla carriera per chi fa politica da quarant'anni o se non sia venuto il momento - magari ce lo chiedono i cittadini... - di dare spazio ad altri, fuori da ogni logica di nepotismo e di cooptazione?
Io a queste domande non ho mai ricevuto risposta. Si preferisce discutere della mia candidatura che non c'è e non ci sarà. E di quanto mi aiuterà fare il rottamatore in vista delle primarie. Io continuerò a porre la questione e a farlo, anche se non sono candidato a niente. Spero che, prima o poi, si vorrà discutere di questo.
O in alternativa, che qualcuno si decida, prima o poi, a voler parlare del bilancio del Comune, della cura che gli abbiamo fatto, dei risultati che abbiamo raggiunto. Magari dando un'occhiata intorno e facendo un po' di benchmarking a livello provinciale. A proposito di selezionare, proteggere, promuovere nuovi gruppi dirigenti, forse dalle mie parti, soprattutto nel 2012, potrebbe servire giocare un po' a "trova le differenze". O no?
domenica 11 dicembre 2011
Stipendi, vitalizi e qualità della democrazia
Ma non è di questo che voglio parlare, anche perché rischio mi diano del demagogo. Vorrei discutere dei rimedi possibili a questa situazione e di ciò che si discute in questi giorni: stipendi e vitalizi.
Il vitalizio per i parlamentari, che non è una pensione, fu pensato per dare forza al principio costituzionale del mandato che si esercita senza vincolo. Il ragionamento era: se garantiamo al parlamentare di che vivere dopo la fine del suo mandato elettivo, egli sarà più libero dai vincoli di partito e potrà agire secondo coscienza, perché non dipenderà economicamente dalle decisioni di altri.
Il problema sorge quando chi si propone di condizionare le scelte di un parlamentare abbia argomenti ben più "convincenti" rispetto al vitalizio. Penso alle cifre a cinque o sei zeri di cui si è parlato nei mesi scorsi. Ma anche, più semplicemente, alla promessa di rielezione.
E qui veniamo alla questione dello stipendio, perché è proprio il valore elevato di quello stipendio ciò che rende appetibile - da un punto di vista strettamente economico - la scelta di vendere il proprio voto per restare in Parlamento. Allora, per fare le cose bene, si dovrebbe mantenere il vitalizio riducendo drasticamente lo stipendio, con tutti i suoi ammennicoli. Un parlamentare che non fosse più d'accordo col suo partito, potrebbe andarsene come un uomo libero. E non avrebbe troppi incentivi a starsene buono e zitto. Minore sarebbe anche l'incentivo a vendersi in cambio della rielezione.
Rilevo che il dibattito parlamentare sta andando nella direzione opposta: via i vitalizi, ma giù le mani dagli stipendi. Saranno contenti i padroni dei gruppi parlamentari. Saranno contenti anche i molti peones dell'una e dell'altra parte. Qualche uomo libero, lo abbiamo?
lunedì 5 dicembre 2011
La campanella
mercoledì 30 novembre 2011
Signori e usurai
sabato 26 novembre 2011
Cooptazione e governi
lunedì 24 ottobre 2011
E se casca?
P.S.: mezz'ora fa ho sentito per radio Morando dal Senato e Bersani in conferenza stampa. Il secondo dice che sulle pensioni "si può fare qualcosa". Il primo è stato più chiaro, partendo dai numeri, come fa sempre. Bersani ha anche risposto, a chi gli chiedeva se ci sarà il tempo per fare le elezioni visto che dobbiamo "rispondere all'Europa", che "se non arrivano i gesti, arrivano le letterine". Il gesto sono le dimissioni: se Berlusconi se ne va, avremo tutto il tempo per fare ciò che serve. Vorrei tanto che avesse ragione, ma temo abbia torto.
domenica 23 ottobre 2011
A Bologna, a Bologna!
venerdì 21 ottobre 2011
Pasta, fagioli e la ragione dei matti
domenica 16 ottobre 2011
La Domenica delle Salme
martedì 11 ottobre 2011
Non abbiamo fatto il Pd per questo
lunedì 10 ottobre 2011
Idraulici. E avvocati
Sulla prima parte del ragionamento di Graziano potremmo anche trovarci d’accordo. Ha fatto delle importanti precisazioni, su cosa intenda con “fare l’idraulico” e “mettersi in gioco”. Forse siamo d’accordo anche sul fatto che un avvocato dovrebbe fare l’avvocato, magari in un mercato concorrenziale. Dove pure chi è più giovane possa lavorare, anche se non è figlio di avvocati.
Temo però che a Graziano sfugga ancora un aspetto. Non solo legato alla disponibilità di capitale di rischio per le nuove imprese. E capace di creare un insormontabile problema, di quelli che un tempo avremmo definito di “agibilità”.
Per essere molto chiari, non credo si possa proporre a un giovane di mettersi in gioco, magari cambiando città, se gli affitti sono quelli che ho citato nel mio post, se l’accesso alle professioni e al mondo dell’impresa è bloccato da chi è già dentro (non solo attraverso gli ordini professionali… e NOI in Parlamento ne stiamo istituendo altri, per le professioni paramediche, con la sola opposizione dei soliti Radicali), se il capitale a credito c’è – laddove c’è – solo quando il babbo ha qualche immobile da dare in garanzia.
La questione che sta facendo saltare i nervi a un po’ di persone tra i 25 e i 35 anni è la seguente: negli ultimi venti anni, in Italia, si è verificato un poderoso trasferimento di risorse dalla produzione alla rendita. Parlo della rendita immobiliare e finanziaria. Ma anche delle rendite di chi, essendo garantito, non ha bisogno di produrre in modo efficiente, che sia dipendente pubblico o professionista ipertutelato o pensionato più o meno baby. O forse le risorse non sono state trasferite. Forse sono semplicemente diminuite, ma la riduzione ha pesato soltanto su alcune tasche, non su altre.
Comunque, questo ha coinciso, anche, con un trasferimento di risorse tra generazioni, a danno dei più giovani. Come ho già avuto modo di spiegare, io sono tra i fortunati, che sono arrivati un po’ prima: prima dell’11 Settembre, prima dell’Euro, prima della crisi globale. Infatti, ho un lavoro a tempo indeterminato da 10 anni e mezzo e posso decidere di scegliere la carriera professionale, rinunciando ad altre prospettive.
Anche a proposito delle altre prospettive, Graziano fa alcune considerazioni. Lascio da parte quelle sulle regole, che io faccio e disfo. Le lascio da parte insieme al tentativo – nemmeno troppo dissimulato – di liquidare tutte le mie considerazioni sulla situazione politica locale e nazionale come frutto di “personalismo”. Sappiamo che l’individualismo è il peggior crimine di cui possa macchiarsi un buon militante del Pci e farei un torto a Graziano se lo annoverassi tra i nostalgici di quei metodi. Diciamo solo che resiste, persino in lui, qualche riflesso condizionato. E passiamo oltre.
Io credo, molto semplicemente, che la nostra piccola, minuscola e insignificante vicenda locale sia lo specchio di quanto avviene a livello nazionale. Non faccio la morale a nessuno, non nego a nessuno il diritto di stare in campo e di candidarsi – se lo ritiene – anche a ottanta anni e dopo essere stato sulla cresta dell’onda per sessanta anni. A me pare che tanto vittimismo di chi si sente minacciato dalla spinta rottamatrice sia solo un’efficace variante dialettica sul tema della “lesa maestà”.
Ci sarebbe semmai da riflettere su come il “paradigma” italiano si materializzi in persone tanto provate da una lunga vita di lavoro da scegliere la pensione a poco più di 50 anni, salvo poi essere pronti a dedicare i successivi quindici o vent’anni a fare gli assessori, i consiglieri, i parlamentari. Ma la pensione come occasione per potersi dedicare ad un nuovo lavoro quando si è ancora giovani, avendo la garanzia di una rendita vitalizia, è fortuna che, nella storia d’Italia, tocca ad una sola generazione.
In ogni caso, la questione che pongo – anche qui – è di “agibilità democratica”. L’esistenza di regole, come quella delle primarie, è un prerequisito fondamentale per garantire a tutti la possibilità di partecipare. Ma non è un requisito sufficiente. E se a confrontarsi sono, da una parte persone che fanno politica a tempo pieno da una vita, dall’altra quei ragazzi che passano da uno stage a un contratto a termine da dieci anni, è del tutto evidente che i secondi sono destinati a soccombere. A meno che non abbiano alle spalle qualcuno – una famiglia, una consorteria, una corrente, un padrino – in grado di sostenerli e di proteggerli da rischi ai quali i meno giovani non sono esposti.
A questo dobbiamo anche aggiungere l’atteggiamento, questo sì tutto ereditato dal vecchio Pci, per cui certe cose si possono pensare ma non si devono dire. Perché altrimenti facciamo brutta figura e la gente non ci capisce. Beh, per quanto mi riguarda, io non ritengo di dover nascondere ai quattro gatti che leggono questo blog quello che tutti sanno e di cui tutti parlano. Sarà un atteggiamento da “sfasciacarrozze”, ma almeno non ha il difetto dell’ipocrisia.
Come lo hanno invece le stupidaggini che alcuni fanno circolare a Novi Ligure e non solo sulle ragioni “vere” della mia scelta. Una scelta che è diventata pubblica, semplicemente perché un paio di bravi giornalisti mi hanno fatto una domanda, alla quale ho risposto con sincerità. Per il resto, non faccio la morale a nessuno, ma provo a raccontare la realtà per come la vedo.
sabato 8 ottobre 2011
Bamboccioni a Covent Garden
venerdì 30 settembre 2011
Radicali
giovedì 29 settembre 2011
In coda alla Slunga
lunedì 19 settembre 2011
Il Governo Ataturk
venerdì 16 settembre 2011
Scusate il ritardo
domenica 4 settembre 2011
Ragazzo di Campagna
martedì 30 agosto 2011
Che l'inse
Ieri un’amica ha messo su Facebook un post molto semplice. Suona più o meno così: “non conosco una persona tra i 25 e i 35 anni con un lavoro decente e tutti si preoccupano dei piccoli comuni”. Una trentina tra “mi piace” e commenti positivi in poche ore. Che l’inse.
Emblematico. I cambiamenti apportati alla manovra soddisfano le richieste di due categorie: i calciatori di serie A, che non pagheranno il contributo di solidarietà e forse torneranno a giocare; i sindaci dei piccoli comuni, che non spariranno.
Spariranno invece le province e metà dei parlamentari. Ma solo con una legge costituzionale che verrà presentata e discussa, prima o poi, in Parlamento. Sull’abolizione delle province, hanno votato una proposta di legge qualche settimana fa, bocciandola. E comunque, puntuali come un riflesso pavloviano, già si levano alte le voci di protesta. Sul numero dei parlamentari, visto che ormai sono tutti d’accordo, immagino dovremo aspettare pochi giorni al massimo per il primo voto favorevole. O no?
Comunque, per ora, sono salvi i comuni sotto i 1.000 abitanti e i redditi sopra i 90.000 euro. E mentre si consuma questo nuovo capitolo della tragedia italiana, c’è qualcuno capace di spiegare alla CGIL che non dovrebbe fare sciopero. In pratica, il principale sindacato italiano, se ritiene che la manovra contenga scelte dannose per i propri iscritti, dovrebbe fare buon viso a cattivo gioco. Per la concordia nazionale. Per il bene del Paese.
Mentre va tutto bene e meritano anzi universale solidarietà i rappresentanti dei cittadini che scendono in piazza, con tanto di fascia tricolore, contro l’accorpamento dei mini-municipi. Per “difendere la democrazia” hanno fatto una “Marcia su Roma”… Anche le parole non hanno più alcun significato.
Può darsi che mi sbagli, ma temo che un po’ di Italiani si stiano arrabbiando, convinti che chi fa politica sia capace di attivarsi solo per difendere i propri privilegi e le proprie poltrone. E che la già scarsa fiducia nella classe politica stia sparendo del tutto. È da amici dell’antipolitica dire questa cosa? O non è invece il rendersi conto della situazione e il comportarsi di conseguenza l’unico antidoto al prevalere dell’antipolitica e della demagogia?
Io penso che lo sia. E mi auguro che, in un sussulto di ragione, si metta davvero mano alla macchina pubblica italiana. Alla sua pletorica organizzazione, al numero spropositato di poltrone e poltroncine, agli sprechi ed alle clientele. Dovrebbe suggerirlo la gravità della situazione. Dovrebbe imporlo, se non altro, il rischio che tutto il sistema crolli sotto il proprio peso.
A proposito di credibilità della politica e dei politici, penso da tempo che l’attuale legge elettorale sia una delle più clamorose mostruosità che siano mai state partorite – e mantenute in vigore… – da una classe politica. Hanno provato a spiegarmi per quindici anni che il maggioritario non va bene, perché non ha garantito la “governabilità”. Ora che il "proporzionale alla porcella" ci ha regalato il “governo” dell’Unione e quello di Scilipoti, cos’altro diranno per convincermi?
Non lo so e non mi interessa. Io mi metto a raccogliere le firme. Per tornare al Mattarellum: collegi uninominali e maggioritario a turno unico. Chi vota, sceglie il parlamentare e il governo. Punto.
lunedì 29 agosto 2011
Mariuoli, vent'anni dopo
venerdì 26 agosto 2011
Botteghe Oscure reloaded

in viaggio con Manubrio