
Come previsto, mi sono emozionato solo all’ultimo, che sembravo un manichino ingessato. Ma forse così siamo apparsi più compresi nella parte, quasi marziali nell’incedere. Peccato solo che, col mio camminare avanti e indietro in attesa della sposa abbia creato qualche confusione alle sciure convenute per godersi lo spettacolo. “Lei è lo sposo?”. “No, sono il fratello della sposa”. “E lo sposo qual è? E la sposa quando arriva?” “E signore, la sposa arriva in ritardo. Non s’usa così?”

E insomma, è stato un trionfo dell’Amore. In tutti i sensi. Quello a colori pastello, quello che ti serve per essere felice. Quello di cui nessuno riuscirà mai a farti vergognare. E che non ci provino proprio.
E ora che la festa è finita, lasciamo gli sposi al loro viaggio e riprendiamo i fili del nostro. Che già oggi, mi sa, si ricomincia. E le novità, vedrete, non mancano.
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