tag:blogger.com,1999:blog-22424545607986767312024-03-13T11:02:38.364-07:00Manubrio"E poi se la gente sa e la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca, per tutta la vita, e ti piace lasciarti ascoltare"Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.comBlogger127125tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-17048704190154226322017-03-13T01:48:00.002-07:002017-03-13T01:50:16.763-07:00Macchietta rossa
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri;">Poiché vedo che uno dei filoni
polemici più floridi, riguardo la tre giorni del Lingotto, è su Renzi che manca
di rispetto a quelli che salutano col pugno chiuso e cantano bandiera rossa,
ora vi racconto una storia. La storia comincia quando avevo dodici anni, facevo
i caffè al Festival de L’Unità e c’era il Partito Comunista Italiano. Ho
cominciato allora e ho proseguito per venticinque anni: nel PCI, poi nel Pds,
nei Ds, nel Pd. Ho fatto molte altre cose, qualcuna anche importante. E ho
continuato a fare i caffè. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri;">In quei posti ho conosciuto molti
militanti, più anziani di me e più anziani di chi oggi rispolvera gesti e
canzoni del PCI. Quelli che ti dicevano, coi lucciconi agli occhi, “io sono
sempre comunista”, anche quando sentivano Occhetto o D’Alema spiegare quanto
fosse necessario allontanarci da una storia gloriosa, ma terminata. Quelli che,
per fare un complimento alla tua integrità o solidità di giovane politico e
amministratore, ti dicevano convinti: “Tu sei rimasto l’ultimo comunista!” <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri;">Li ho conosciuti e ho voluto loro
bene. Ho rispettato, non per condiscendenza o per compassione, la loro nostalgia.
L’ho rispettata perché era una nostalgia non priva di capacità autocritica, che
partiva dall’assunto della diversità del comunismo italiano rispetto alla
tragica esperienza del socialismo reale, ma non rifiutava di fare i conti con
la Storia. Molti di loro, semplicemente, si erano messi di lato: non sentendosi
protagonisti di quel tempo, lasciando fare ai più giovani. E continuando a
montare e smontare feste dell’Unità e a cuocere agnolotti.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri;">Quei compagni, i pochi che sono
ancora tra noi, hanno almeno novant’anni. Chi oggi di anni ne ha settanta,
ha fatto la Bolognina da quarantenne. Chi è più giovane è arrivato allora, o
dopo. Sciogliere il PCI è stato il loro primo atto politico da adulti: una
delle poche cose buone che hanno fatto nella loro vita, anche se in modo
incompiuto e contraddittorio. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri;">Per questa semplice ragione, nessuno
di loro ha oggi titolo per pretendere lo stesso rispetto - e nemmeno la
medesima condiscendente tolleranza che hanno riservato per trent’anni ai più
anziani nostalgici - se si mette a cantare bandiera rossa o a salutare col
pugno chiuso, come atto politico e rivendicazione di identità. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri;">Sono quello che appaiono:
macchiette. E se si offendono, pazienza.<o:p></o:p></span></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-78831565113859801682016-06-27T05:32:00.001-07:002016-06-27T05:32:22.601-07:00In teoria ci sarebbe una speranza<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
per il Regno Unito di uscire da questa crisi in modo onorevole. Basterebbe che il Labour sapesse schierarsi dalla parte di chi considera il "leave" un tragico errore, disegnando una prospettiva alternativa a quella di UKIP e della prossima, necessariamente "leaver", leadership dei Tories. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
<br /></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Il Labour potrebbe mettersi alla guida del fronte del "remain" e potrebbe persino vincere le elezioni, contro due avversari che si spartirebbero il voto dei "leavers".</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
<br /></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Ma il Labour di Corbyn, così come non ha saputo e voluto combattere fino in fondo la battaglia pro "remain", non è oggi in grado di assumere la leadership di quel fronte. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
<br /></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Il perché lo ha spiegato oggi lo stesso Corbyn. Nella sua dichiarazione in difesa (<a href="https://www.facebook.com/JeremyCorbynMP/posts/10154332675153872">https://www.facebook.com/JeremyCorbynMP/posts/10154332675153872</a>), dopo le dimissioni di mezzo vertice Labour, c'è una frase-chiave riguardo alla linea del partito in vista dell'uscita dall'UE. È questa: "Labour will now ensure that our reform agenda is at the heart of the negotiations that lie ahead. That includes the freedom to shape our economy for the future and the necessity of protecting social and employment rights". Uscire dall'UE, offre al Regno Unito la libertà di dare forma all'economia: una sorta di benedizione. Il Regno Unito, libero dai lacci europei, tornerà a prima della caduta, a quando i laburisti erano al governo e facevano le cose di sinistra. Prima, molto prima di Blair, s'intende.</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
<br /></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
In queste condizioni, persino Boris Johnson - che non è esattamente la Thatcher - vincerà a mani basse. Old Labour, Old Danger... E comunque, date le premesse, vista da qua, dall'Europa, anche un'improbabile vittoria di questo Labour non autorizzerebbe a nessuna maggiore speranza, per noi come per loro.</div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-10189205339757110812016-06-25T11:43:00.000-07:002016-06-25T11:43:03.193-07:00E ora chi glielo spiega...ai grillini che per via della Brexit, da ottobre il Regno Unito avrà un premier non eletto dal popolo? Condividi!!!1!!1!!!11!!! Vergonia!!!!1!111!!!Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-49401026433306340282016-06-25T02:37:00.002-07:002016-06-25T02:37:59.187-07:00La cosa più grave......è che gli Inglesi sono usciti senza salutare Virginia Raggi.Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-27811674348131345282014-06-12T07:46:00.000-07:002014-06-12T07:46:58.240-07:00Quando Berlinguer non ci sarà più<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ieri ho guardato il film di Veltroni su Enrico Berlinguer. Non sono preparato per giudicarne la qualità cinematografica e non lo farò. So anche che <i>“non si scherza coi santi”</i>, quindi mi sono interrogato un bel po’ sull’opportunità di scrivere qualcosa in proposito. Però poi penso che bisogna dire la verità. Quindi scrivo. </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Premessa, a proposito di santi con cui non si scherza: io avevo nove anni e ricordo benissimo quale travolgente onda di vera commozione e partecipazione popolare suscitò la morte di Enrico Berlinguer. Ricordo la gente che piangeva, quel giorno, davanti a una scuola elementare di un quartiere operaio, in una piccola città del nord. Ricordo in casa la televisione, costantemente accesa, in attesa del <i>“bollettino medico”</i>. Ricordo la diretta dei funerali da piazza San Giovanni. Ricordo di aver chiesto a mia madre, qualche settimana dopo, di comprarmi un libro su Berlinguer in vendita su un banchetto a una festa della FGCI. Ricordo, da quel libro, un brano di Roberto Benigni che si immagina luminare della medicina e sogna di salvare Enrico all’ultimo momento. Ricordo tutte queste cose e so che il PCI era, oltre che un partito, una meravigliosa comunità di donne e di uomini. Le ricordo perché ero parte di quella comunità. E come parte di quella comunità, ricordo che Enrico Berlinguer era quell’uomo onesto, integerrimo, gentile e serio che abbiamo conosciuto e che ci è stato raccontato. </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">È proprio così, ma aggiungo qualcosa. Perché a trent’anni dalla morte di Berlinguer, ancora nessuno ha avuto la forza e l’onestà intellettuale per raccontarne la vicenda storica, analizzando – anche – gli errori politici e i ritardi che segnarono quella stagione e la sua segreteria, specie nei suoi ultimi anni. Il film di Veltroni non fa eccezione. </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Gli errori commessi in quegli anni dal PCI, seguiti da immancabili sconfitte (dalla marcia dei 40.000 al referendum sulla contingenza) vengono elencati e <i>“spiegati”</i> come effetto di una necessaria strategia di unità interna e di conservazione della <i>“diversità”</i> comunista: una linea di retroguardia perseguita con determinata ostinazione e destinata a produrre effetti tragici per molti anni a venire. Perché il PCI sarà pure morto – come conclude il film – nel giorno dei funerali di Berlinguer. Ma esso è sopravvissuto alla propria morte, arrivando tale e quale e <i>“comunista”</i> all’appuntamento che la Storia stava preparando. Perché unità e diversità sono rimaste per molti lustri, mentre si disfaceva l’apparato ideologico, le uniche ragioni d’essere di un partito che restava una meravigliosa comunità, ma era sempre meno in grado di incidere nella realtà italiana, almeno al livello nazionale. Perché questi miti fondativi – morto Berlinguer – sono diventati elementi di una retorica, tanto spesso contraddetta dai fatti, quanto potente nel tenere unite le truppe ed allontanare gli elettori. </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">La generazione di dirigenti politici che è succeduta a Berlinguer ha avuto responsabilità enormi, nell’uso strumentale della memoria e dell’apparato organizzativo del PCI-Pds-Ds allo scopo di mantenere la propria posizione e non mettersi – mai – in discussione. Sarebbe un atto di onestà intellettuale – almeno oggi che qualcuno, a sinistra, ha fatto meglio nelle urne del mitico PCI nella seconda metà degli anni ’70 – riconoscere certi errori, riflessi condizionati, ipocrisie. </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Sarebbe anche meglio riconoscere che tutti quegli errori e quelle contraddizioni affondano le radici in una scelta di chiusura, di rifiuto della modernità, di sostanziale autosufficienza nella diversità che fu voluta e decisa dal gruppo dirigente del PCI nella prima metà degli anni ’80. E che fu un tragico errore. </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Anche perché, persino oggi che il mondo è cambiato tre o quattro volte e c’è il Partito Democratico, i riflessi condizionati dettati da questa visione del mondo e della politica non cessano di produrre effetti. </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Se cambiare la Costituzione è un <i>“attacco alla democrazia”</i>, se discutere di giustizia è <i>“attaccare la Magistratura”</i>, se chi prende il 41% dei voti è un mezzo traditore perché si rivolge a quelli che votavano dall’altra parte… Se tutte queste cose e tante altre si dicono e si pensano – e sappiamo che si dicono e si pensano, nelle chiacchiere e nel sentire comune di una parte di ciò che resta della nostra <i>“meravigliosa comunità”</i> – con il dovuto rispetto per la storia di noi tutti e per la nostra memoria collettiva, qualche parola di verità su quanto sbagliate siano state talune impostazioni, negli ultimi 35 anni, sarebbe venuto il momento di scriverla. </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">O almeno, sarebbe il momento di abbandonare l’utilizzo di certa retorica ai fini di qualche altra – ennesima – battaglia interna di retroguardia. Che poi, dire che Renzi è come Berlusconi, o meglio come Craxi (altro che Berlinguer...), riesce meglio ai 5 Stelle.</span></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-62807422578773463802014-05-19T13:17:00.001-07:002014-05-19T13:26:38.303-07:00endorSonia<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Come saprete, non sono candidato a queste elezioni. Ho trascorso 19 anni tra Consiglio Comunale e Giunta: un tempo lungo, segnato da soddisfazioni, qualche delusione, dalla certezza di aver fatto un buon lavoro nell’interesse dei Novesi. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Dopo un tempo così lungo, ho ritenuto giusto farmi da parte lasciando spazio a persone nuove. So che non tutti sono disponibili a farlo, questo necessario passo indietro, anche se molti – prima di me – dovrebbero. Non so come la pensiate in proposito, ma se ritenete anche voi necessario un vero e profondo rinnovamento degli amministratori locali, vi suggerisco di guardare con fiducia e interesse – appunto – ai “volti nuovi” della politica locale. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Tra i candidati più giovani per il Consiglio Comunale di Novi Ligure, alcuni hanno capacità e sensibilità non comuni e mi auguro avranno un ruolo importante per la Città nei prossimi anni. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Tra di loro, voglio parlarvi di una persona, che stimo molto e a cui voglio bene. Sonia Biglieri è nata a Novi nel 1986. Si è laureata in filosofia all’Università degli Studi di Genova con una tesi su “Morte e immortalità tra Jaspers e Heidegger”. Scrive per vivere e vorrebbe vivere scrivendo. Come molti suoi coetanei, vive ogni giorno la difficile situazione dei giovani lavoratori precari, ma non molla e resta in Italia, con l’ambizione di costruire un buon futuro per sé e per tutti. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Sonia Biglieri è una giovane donna di pensiero. Cioè, è una donna che pensa molto, riflette su tutto, studia e si documenta. Ma è anche una giovane donna decisa: quando si è fatta una ponderata opinione, la difende e la propone agli altri con incredibile convinzione. Questo fa di Sonia una persona capace di non essere mai settaria, sempre aperta al dialogo e al confronto costruttivo con tutti. Le invidio molto questa capacità di fermarsi – sempre – a discutere con chiunque e di saper trarre da tutte le opinioni qualcosa di buono e di utile.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Per questa semplice ragione, farà molto bene a Novi avere in Consiglio Comunale una persona come Sonia Biglieri. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Allora e comunque la pensiate sui candidati a Sindaco, se votate a Novi Ligure, vi suggerisco di prendere in considerazione – per la vostra preferenza “femminile” – questa giovane donna intelligente, preparata e animata da una straordinaria passione civile. È anche una “renziana della prima ora”, ma questo è scontato per chi, come Sonia, ha fatto della ricerca del nuovo la cifra del suo stare in politica. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Fate la croce sul simbolo del Partito Democratico e scrivete di fianco BIGLIERI (potete votare Pd e Sonia Biglieri anche se avete scelto un altro candidato Sindaco; inoltre, potete esprimere una seconda preferenza, purché ad un candidato di sesso maschile della stessa lista). </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br></span></div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW-NfgJSofU07mfph0THqiqx2l4Iiayp3hufTl_yXxeYGV8rJYQ9yLpVGIQoSz3I0-mLQDrwj_fswc6TYwuzdU2pCxcyCixhadY3RedqM5JLMN3WqWBIKTYGYpP3wYUux9VAKyNwnZ1EE/s1600/sonia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><img border="0" closure_lm_685508="null" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW-NfgJSofU07mfph0THqiqx2l4Iiayp3hufTl_yXxeYGV8rJYQ9yLpVGIQoSz3I0-mLQDrwj_fswc6TYwuzdU2pCxcyCixhadY3RedqM5JLMN3WqWBIKTYGYpP3wYUux9VAKyNwnZ1EE/s1600/sonia.jpg" height="135" width="400" yta="true"></span></a></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-64197062844864325712014-04-19T00:46:00.001-07:002014-04-19T00:46:37.176-07:00Marubbi chi?<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Me lo han mandato, il pezzo de La Stampa su Acos. Quello in cui chiedo perché a Novi non si possa discutere di privatizzare le società municipalizzate e scoppia uno scandalo. I tabu non si toccano. Nemmeno, per dire, il giorno che il mio presidente del consiglio dice che le municipalizzate - come Acos - dovranno passare da 8.000 a 1.000.</span><br />
<span style="font-size: large;"> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Mi è piaciuto l'amministratore delegato. Mauro (D'Ascenzi, non Moretti eh...) è <i>"molto stupito"</i>: antica espressione del gergo post-comunista, che significa più o meno <i>"Come ti permetti?".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Poi esprime due concetti. </span><br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Mi chiede perché non ho mai detto certe cose - precisamente: perché a Novi Ligure nessuno neppure discute di privatizzare le aziende comunali? Perché l'argomento è tabu? - negli ultimi cinque anni. Perché, caro Mauro, in questi anni ho fatto l'assessore in un'amministrazione che non aveva le privatizzazioni nel programma. E nella quale, per esempio, un utile di 9.000 euro era considerato indice di grande redditività per la farmacia comunale, motivo sufficiente per escludere a priori ogni ipotesi di vendita. </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">In questi anni mi sono piuttosto dedicato - anche se non sempre i vertici delle aziende hanno gradito - a riportare scelte e decisioni nel posto dove si devono prendere: il consiglio comunale, dove risiede la volontà dei cittadini. Che sono i proprietari delle aziende comunali. Chissà se ci sono riuscito. So che questo protagonismo della politica - quella che rappresenta i cittadini, non quella che si fa in tre chiusi in qualche stanzino - ad alcuni non è piaciuto. Te compreso, Mauro. Pazienza. Sarà un vostro problema: le leggi e le indicazioni della Corte dei Conti guideranno le scelte dei prossimi amministratori. Se necessario, loro malgrado. </span><br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Comunque, qualche indirizzo chiaro il consiglio comunale lo ha pure dato. Da ultimo, pochi mesi fa, quello che dice alle società partecipate di ridurre gli stipendi dei loro dirigenti (più alti, in qualche caso molto più alti, di quelli dei dirigenti del Comune). Acos ha fatto qualcosa, in proposito? Dovrebbe.</span><br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Mauro nota poi che a decidere saranno <i>"i sindaci" </i>e rileva come io non sia <i>"candidato"</i>. Ora, che per esprimere un'opinione si debba essere candidati è piuttosto singolare. Specie se a dirlo, mentre esprime un'opinione, è chi non si candida da almeno trent'anni... E semmai il problema - anche per i candidati - è averne di opinioni. E di programmi.</span><br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Comunque, la questione è un'altra. Perché dire che decideranno <i>"i sindaci"</i> (leggi, se la matematica non è un'opinione: il sindaco; quello di Novi, che ha la maggioranza assoluta di Acos) è l'esatto contrario di quello che ho spiegato prima. Significa che la decisioni si prendono in tre, chiusi da qualche parte, che il consiglio comunale non conta nulla, che il sindaco può andare una volta all'anno in assemblea a dire come la pensa. Insomma, che basta avere il sindaco giusto... Non funziona così. Non dovrebbe funzionare così: la legge e la Corte dei Conti ci dicono che non funziona così. </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Malgrado tutto, dovrete fare i conti con questo e con le novità di ieri: da 8.000 a 1.000 partecipate comunali. Finalmente. Buon lavoro.</span></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-41197472067329735692014-04-01T13:37:00.002-07:002014-04-01T13:37:44.626-07:00Le idee sono di chi le condivide<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Un bilancio tecnico, come quello che ci siamo impegnati a presentare al Consiglio Comunale in tempo utile prima della scadenza del mandato, è la cosa giusta da fare per consegnare alla prossima amministrazione un quadro ordinato e chiaro delle risorse disponibili, degli impieghi obbligatori, di quelle spese legate a contratti pluriennali che - pur non essendo obbligatorie in senso stretto - non possono essere riviste nel breve periodo. Un bilancio, dunque, in grado di sorreggere il normale funzionamento dell'Ente, in attesa che le scelte programmatiche della nuova amministrazione possano tradursi in maggiori o minori entrate, maggiori o minori spese. Un bilancio tecnico non contiene quindi scelte di natura politica, relative all'allocazione delle risorse tra impieghi differenti, se non quelle imposte o suggerite dalla più recente evoluzione normativa, che sarebbe segno di ignavia non voler introdurre già in questa fase, per gli effetti molto significativi che la loro mancata adozione avrebbe sulle tasche di alcune categorie di contribuenti. Analizzerò subito queste poche, ma significative scelte, per dedicare qualche attenzione ad aspetti più generali e di prospettiva: un tipo di discorso che ritengo sia, non solo consentito, ma addirittura doveroso mentre si discute dell'ultimo bilancio di previsione di questa amministrazione. Il recente decreto del Governo sulla Tasi ha in parte sanato gli effetti paradossali e negativi del nuovo tributo. La Tasi è - fuori da ogni discussione - l'IMU sulle abitazioni principali. Ne è purtroppo una versione peggiorata perché - a dispetto di un'aliquota apparentemente inferiore: dall’1 al 2,5 contro 4 - l'assenza di detrazioni produce un esborso complessivo superiore a quello dell'IMU e una distribuzione del carico fiscale più spostata verso gli immobili di minor valore. Il decreto ha dato la possibilità di aumentare le aliquote, utilizzando il maggior gettito esclusivamente per rimettere qualche detrazione. Le scelte che vadano in questa direzione non hanno e non possono quindi avere effetti, né positivi né negativi, sugli equilibri complessivi del bilancio. La cui bozza, infatti, è sostanzialmente quadrata da oltre un mese. L'ipotesi di agire sulle aliquote per gli immobili diversi dall'abitazione principale si scontra con ragioni di opportunità (una parte del carico andrebbe sugli eventuali inquilini) ed è comunque preclusa, almeno in questa prima fase, dalla mancanza di una base dati completa per la sua concreta applicazione. Quanto alle abitazioni principali, il nostro bilancio potrebbe quadrare con un’aliquota uguale per tutti al 2,3 per mille, che garantirebbe un gettito di poco inferiore ai 2 milioni. Portandola al 3,3 per mille, otteniamo un extra gettito sufficiente a garantire la creazione di una soglia di esenzione e di una detrazione fissa per tutti gli immobili destinati a prima casa. Quindi, per tutte le abitazioni principali con rendita catastale fino a 300 euro, la tassa non sarà dovuta. Mentre, per tutte le altre abitazioni principali, si applicherà una detrazione di 90 euro. In questo modo, si riequilibra il peso, spostandolo verso le abitazioni di maggior valore. Resta il fatto che, nostro malgrado, la tassazione sulla prima casa sarà per molte famiglie superiore a quella del 2012. Ovviamente, l'auspicio è che tale aumento sia compensato da riduzioni di imposte statali, finanziate con la riduzione dei trasferimenti dello Stato ai comuni. Va detto che ciò sta accadendo, almeno a favore dei lavoratori dipendenti. In ogni caso - e di questo parleremo tra poco - l'insieme di tasse, imposte e tariffe comunali è oggi un peso molto elevato, sia sulle famiglie che sulle imprese. Lo è soprattutto in quei comuni che, non avendo tenuto i conti in ordine, sono costretti ad usare al massimo ogni leva finanziaria. Lo è di meno laddove, come qui da noi, una gestione attenta e un'opera di profondo risanamento del bilancio, hanno consentito di ridurre la pressione fiscale complessiva. E tuttavia, il peso che grava su famiglie e imprese, persino a Novi, è oggi spesso difficile da sopportare. Questo vale per le tasse, ma anche per le tariffe dei servizi, che peraltro in questi anni non abbiamo mai aumentato. Questo ragionamento porta con sé una riflessione più generale sul concetto di "tariffa" e di "servizio a domanda individuale". In un afflato aziendalista spesso rivolto solo verso l'utenza, abbiamo assistito all'imporsi di una retorica della tariffa, che vorrebbe ricondurre il prezzo di ogni servizio pubblico al suo utilizzo da parte del singolo cittadino. In questo ambito noi possiamo farci vanto di quello che talvolta ci è stato rimproverato come un ritardo: non abbiamo mai trasformato la tassa rifiuti in tariffa, evitando tra l'altro quel giochino sul 10% di Iva che ha surrettiziamente aumentato le entrate per molti comuni e che - giustamente - è stato poi cassato dalla Suprema Corte. Oggi con l'introduzione della Tari, che ancora una volta si presenta sotto sembianze di tariffa, il nostro sforzo è inteso a ridurre al minimo, nei limiti del possibile, lo spostamento del carico verso le famiglie e, tra queste, verso le più numerose. Il “metodo normalizzato” per la determinazione delle aliquote impone la definizione di una quota variabile di prelievo, necessariamente collegata alla propensione delle diverse categorie di contribuenti a produrre rifiuti e – tra le famiglie – al numero di componenti il nucleo. Nella definizione delle tariffe, gli uffici hanno fatto ogni sforzo per ridurre gli effetti distorsivi della nuova impostazione, pur nel rispetto degli stringenti vincoli normativi. Un’applicazione completa dei nuovi parametri è peraltro tecnicamente impossibile, almeno nel brevissimo periodo, senza un significativo aggiornamento degli strumenti software disponibili, soprattutto con riguardo alle utenze non domestiche. Gli uffici ritengono comunque conforme al comma 652 della Legge di Stabilità definire tariffe al metro quadrato in base alla qualità e quantità di rifiuti mediamente prodotti dalle diverse categorie di contribuenti. Questo è quanto proponiamo oggi all’attenzione del Consiglio Comunale, con lo spostamento necessitato di una limitata quota di gettito verso le case di civile abitazione, che produrrà un aumento dell’aliquota al mq nell’ordine del 7%. Su questo punto e sul regolamento che questa sera approviamo sarà comunque opportuno ritorni la nuova amministrazione, sia per una più approfondita disamina della situazione e delle opzioni disponibili – anche alla luce di ulteriori approfondimenti, che saranno possibili dopo un necessario adeguamento degli strumenti software disponibili – sia per introdurre eventuali correttivi, basati su diverse opinioni o priorità che i nuovi amministratori vorranno indicare. La fissazione della prima scadenza di pagamento, sia per la Tasi che per la Tari, al 31 Agosto crea le condizioni temporali perché questo ulteriore approfondimento possa essere svolto dalla nuova amministrazione e conferma come questa amministrazione – a dispetto di qualche critica malevola e poco informata – stia facendo tutto il possibile per non mettere la prossima di fronte a fatti compiuti non modificabili. D’altra parte, le conseguenze di un eventuale ritardo nell’avviare e concludere queste necessarie verifiche da parte dei nuovi amministratori non potranno essere addebitate alla mancata – perché oggettivamente impossibilitata – definizione di un quadro completo e definitivo da parte nostra. Va anche sottolineato come un eventuale rinvio dell’approvazione del regolamento, teoricamente possibile fino al 30 Aprile prossimo, rischierebbe di far slittare tutto a dopo le elezioni, se dovesse intervenire nel frattempo un, peraltro probabile, ulteriore spostamento della scadenza di legge per l’approvazione dei bilanci di previsione. Negli ultimi cinque anni abbiamo percorso un tragitto difficile e accidentato, ma non privo di soddisfazioni e - ciò che più conta - di risultati. Quando cinque anni fa portammo all'attenzione del Consiglio Comunale un bilancio consuntivo in pesante disavanzo, qualcuno chiese le mie dimissioni. Era un atteggiamento comprensibile: se quel bilancio fosse stato, non una scelta di totale trasparenza e di completa disclosure della situazione in essere, quale in effetti era, ma l'esito non desiderato di circostanze obbligate, sarebbe stato più che legittimo pensare che quel disavanzo fosse solo la punta di un ben più grande iceberg. Dicemmo in quella sede che da lì iniziava un lavoro di risanamento dei conti del Comune, che avrebbe tenuto conto delle proposte e dei suggerimenti di tutti. Chiudemmo la stalla, quel giorno, prima che i buoi ne uscissero. Cinque anni fa, non mancarono critiche al sottoscritto e al Sindaco, per un approccio troppo prudente alla gestione finanziaria del Comune. Qualcuno ci spiegava che mentre noi ci dedicavamo all'austerity - persino in campagna elettorale! - altri comuni continuavano a spendere e spandere, senza farsi troppi problemi. Alla fine avrebbero avuto ragione loro, ci dicevano… Il tempo, come sempre galantuomo, si è incaricato di rimettere ognuno al proprio posto. Per il passato, per il presente e per il futuro. La scelta di imboccare la strada di un vero e profondo risanamento non era dettata solo da fattori contingenti, ma era l'esito di un'analisi di lunga prospettiva: il tempo della spesa allegra, di un malinteso primato della politica, che si disinteressa delle compatibilità finanziarie, era terminato definitivamente. Quel tempo - di cui in Italia tutti oggi paghiamo le conseguenze - era ed è strutturalmente concluso: non tornerà, né oggi né mai. Coltivarne il ricordo e prospettarne il ritorno, anche sotto mentite spoglie, significa prendere in giro i cittadini o - peggio - creare le condizioni per sfracellare il Comune contro il primo scoglio, durante la prima tempesta. Il risanamento è stato vero e strutturale, perché abbiamo aggredito le contraddizioni del nostro bilancio con determinazione e muovendoci - tutti insieme - nella stessa direzione. Abbiamo ridotto di due terzi i residui attivi e passivi, riconducendoli a un valore fisiologico. Abbiamo ridotto al minimo la spesa discrezionale, che aveva raggiunto livelli talvolta patologici e comunque del tutto incompatibili con un duraturo equilibrio del bilancio. Abbiamo ridotto il debito di oltre sei milioni di euro, diminuendo la spesa annuale per il rimborso e il pagamento degli interessi. Abbiamo agito sulle spese energetiche, anche con lungimiranti scelte di riduzione dei consumi e abbiamo diminuito progressivamente le spese di personale. Queste scelte, perseguite con determinazione, hanno reso possibile il risanamento dei conti, anche in un contesto normativo ballerino, permettendoci di contenere e ridurre la pressione fiscale sui cittadini. Le cose non succedono per caso e ogni scelta ha le sue conseguenze: per diminuire le tasse, bisogna ridurre la spesa; per aumentare la spesa, bisogna trovare le risorse. Non ci sono scorciatoie e questo vale per il passato come per il futuro. Il bilancio che presentiamo questa sera, così come quelli degli ultimi anni, è riassumibile in alcune semplici cifre. La loro analisi per grandi voci è un punto di partenza imprescindibile per discutere di cosa si può e cosa non si può fare, oggi e per il futuro, dato l'attuale livello della pressione fiscale locale. Chiarito che non esistono forzieri pieni di dobloni nascosti in qualche scantinato del Comune, il contenimento della spesa resta la via maestra per liberare risorse. Gli spazi di questa riduzione - sempre possibile - vanno ricercati in un'analisi precisa delle singole voci, distinguendo quelle comprimibili nel breve periodo - assai poche - da quelle che possono sempre essere ridotte ma, come minimo, in un orizzonte temporale di maggiore respiro. Sappiamo per nostra diretta e quotidiana esperienza che il volume degli "sprechi" e delle "spese discrezionali", dopo le sforbiciate che abbiamo dato in questi anni, è assai esiguo. I numeri del bilancio ci confermano questa circostanza, solo a volerli leggere con un minimo di attenzione. Il totale della spesa corrente raggiunge nel 2014 i 27 milioni di euro. Questi sono impiegati: 8 milioni per il personale 5 milioni per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti 3,9 milioni per partite di giro (in particolare il trasferimento al fondo statale di perequazione fiscale), per garanzie e fondi rischi 3,1 milioni per utenze, gestione calore, illuminazione pubblica 1,6 milioni per il funzionamento del Comune (imposte, tasse, assicurazioni, indennità, elezioni,…) 1,3 milioni per interessi e rimborso dei mutui 1,3 milioni per la mensa e i nidi (escluso il personale) 1,1 milioni per servizi sociali e scolastici 0,6 milioni sono spese finanziate da contributi esterni a destinazione vincolata 0,6 milioni per manutenzioni 0,3 milioni per la gestione degli impianti sportivi 0,2 milioni per il turismo 0,1 milioni per la neve 0,1 milioni per il canile Le consulenze sono praticamente a zero, le spese di rappresentanza valgono poche migliaia di euro, le spese discrezionali non esistono, se non tra quelle finanziate con contributi e sponsorizzazioni da soggetti terzi. Realtà che vengono spesso presentate come voraci assorbitrici di risorse valgono – in termini di costi effettivi – poche decine di migliaia di euro: il Museo dei Campionissimi non costa più di 100.000 euro all’anno, le indennità di tutti gli amministratori non superano i 145.000 euro, i contributi a soggetti terzi non coperti da finanziamenti esterni valgono poche migliaia di euro. Insomma, tutte cifre che, se anche venissero azzerate, potrebbero essere facilmente assorbite da una nevicata copiosa o da un qualunque altro, anche minimo, imprevisto. Tutto questo per dire, ribadire e sottolineare che la spending review è una pratica fondamentale, ma che – in questo Comune – è già stata praticata con determinazione. E che quindi, la strada dei tagli “facili” e indolori non esiste. Lasciando da parte quelli dolorosi, restano i tagli difficili, vale a dire quei risparmi che possono essere conseguiti seguendo con coerenza indicazioni chiare e determinate. Guardando alle grandi voci che ho citato, vale la pena fare qualche banale esempio. La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti costano 5 milioni, interamente coperti dalla relativa tassa: se riduci la spesa, riduci anche la pressione fiscale. Le spese di personale valgono un terzo del bilancio: se continui a ridurle come abbiamo fatto in questi anni, liberi risorse per altri impieghi. Le partite di giro, i fondi rischi e le garanzie non si toccano. Il rimborso dei mutui e gli interessi valgono poco in confronto ad altri comuni e sono diminuiti in questi anni, perché non abbiamo fatto nuovi mutui: se si faranno nuovi mutui, questa voce aumenterà, in ragione di circa 100.000 euro all’anno per ogni milione di nuovi debiti. E il rispetto del patto di stabilità interno rischierà di trasformarsi in una chimera. Ecco, il patto di stabilità interno è un elemento chiave da considerare, ogni volta che si discute degli equilibri di bilancio di un comune. Ragionare sul totale di entrate e spese, senza considerare il saldo necessario per il patto di stabilità, significa operare con la più assoluta miopia, perché le conseguenze del mancato rispetto si pagano – salate – l’anno successivo. Restiamo sull’esempio di un mutuo da un milione di euro e analizziamo il caso concreto: nel 2012 questo Comune ha rispettato il patto per circa 300.000 euro. Ammesso di riuscire a spalmare il pagamento dell’opera finanziata con l’ipotetico mutuo, quel milione sarebbe sufficiente a far saltare il patto di stabilità per almeno tre anni. Ancora, il 2012 si è chiuso con un avanzo di gestione di 800.000 euro, ma appunto il patto è stato rispettato per “soli” 300.000 euro. Questo significa che le vigenti regole di finanza locale ci impongono un avanzo di gestione strutturale. Perché, se avessimo speso le risorse avanzate – come può suggerire chi ha vissuto in altri, meno complicati periodi storici – avremmo bucato il patto di mezzo milione. Con la conseguenza, a parte il taglio delle indennità degli amministratori, di una riduzione di pari importo dei trasferimenti statali per l’anno successivo. Va da sé, infine, che questo necessario avanzo strutturale può essere letto in due direzioni opposte: qualcuno può vederlo come un surplus di risorse richieste ai cittadini – da restituire quindi e prontamente nel caso di significative modifiche normative, che allentino i vincoli del patto di stabilità interno – qualcun altro può considerarlo una mancata spesa, da ripristinare in caso di norme meno restrittive. Come la penso io in proposito è chiaro, ma conta poco. Come la pensate voi e come la pensano coloro che si contenderanno la guida della Città nelle prossime settimane credo sia assai più interessante per i cittadini. La gestione del “Gruppo Comune”, cui tanta attenzione abbiamo dedicato negli ultimi anni, rappresenta oggi e per il futuro un passaggio chiave per il governo dei servizi e della Città. Le più recenti novità normative, che trovano riscontro nell’ultima nota della Sezione di Controllo della Corte dei Conti, impongono un controllo ed una capacità di indirizzo completamente nuovi da parte dell’Ente nei confronti delle società da esso controllate. La nomina, magari la sostituzione, degli amministratori o qualche discussione sui bilanci consuntivi delle società non è sufficiente ad integrare questa nozione di controllo. D’altra parte, come abbiamo più volte sottolineato, la necessità di ricondurre le aziende del gruppo ad un effettivo ed efficace potere di indirizzo del Comune non è – solo – il portato di cogenti impostazioni normative. Se consideriamo che una parte consistente dei costi del Comune (pensiamo alla gestione dei rifiuti, alla gestione calore, al trasporto pubblico locale) sono riconducibili a rapporti contrattuali che coinvolgono aziende del gruppo e che alla pressione fiscale locale si affiancano per i residenti i costi di utenze che, in massima parte, sono gestite ed erogate da aziende del gruppo, non può sfuggire a nessuno quanto critico e fondamentale diventi il ruolo di indirizzo del Comune. Questo, nella forma diretta del controllo proprietario, almeno fino a quando si ritenga necessario ed opportuno il mantenimento di tali società e servizi nell’ambito del controllo pubblico locale. Soluzione che non è scontata, non è obbligata da nulla e da nessuno ed il cui superamento potrebbe invece aprire prospettive inedite e straordinarie, anche sotto il profilo finanziario, per affrontare la maggior parte dei problemi attuali e prospettici della nostra comunità. Non esistono pasti gratis e spesso anche il non decidere ha un suo prezzo. In conclusione lasciatemi dire che - se a Roma si sostiene che il risanamento dei conti pubblici non lo facciamo per la Merkel o per la BCE, ma per i nostri figli - allo stesso modo il risanamento del nostro bilancio non lo abbiamo fatto perché ce lo ha chiesto la Corte dei Conti o per non sentirci ricordare ogni volta dal presidente Accili quanto alto fosse il livello dei residui. Lo abbiamo fatto perché come cittadini italiani conosciamo tutti bene, sulla nostra pelle, le conseguenze di una politica che per anni ha agito disinteressandosi delle compatibilità finanziarie. E perché, come amministratori, abbiamo sperimentato quanto sia difficile dare risposte alla Città e realizzare qualche obiettivo se i conti non sono in ordine. La generazione di cittadini e di amministratori cui appartengo conosce fin troppo bene questa realtà. Sa che non esiste nessun ciclo “spesa - risanamento - nuova spesa” e che aver risanato i conti non consegna alla prossima amministrazione nessun particolare e comodo spazio di manovra finanziario. Sa che non si può deviare da un rigoroso controllo dei costi, se non con conseguenze negative per tutti. Sa che chi ha proposto in passato audaci teorie di “keynesismo comunale” ha finito per produrre disastri senza precedenti. Nel momento in cui ci apprestiamo a consegnare un’eredità di conti risanati e riequilibrati, possiamo solo auspicare che la nuova generazione di amministratori che prenderà il nostro posto tra qualche settimana si dimostri altrettanto consapevole.</span></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-72140701781149451922013-11-03T09:42:00.002-08:002013-11-03T09:58:58.485-08:00Non ci casco<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-family: 'Helvetica Neue Light', HelveticaNeue-Light, helvetica, arial, sans-serif; font-size: large;">Mi stanno spiegando da due giorni che questa vicenda del Ministro Cancellieri che telefona per intercedere a favore della signora Ligresti, detenuta e malata, per favorirne la scarcerazione è diversa da come la ho capita io. Mi dicono che l’umanità viene prima della politica, che non c’è nulla di male ad intervenire a favore di una persona in difficoltà. Nessuno mi ha ancora detto che si tratta, tra le altre cose, di un dovere cristiano. Ma mi aspetto accada presto.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Ci ho pensato molto. Mi hanno anche detto che la Cancellieri è intervenuta per altri detenuti, che si è occupata del caso di Cucchi, la cui famiglia le è molto grata per questo. Mi dicono che spiegherà in Parlamento e che non bisogna affrettare il giudizio.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Mi dispiace, non ci casco. Se il Ministro spiegherà di non avere mai fatto quella telefonata “ad personam”, ok. Se non dirà questo, a mio avviso si deve dimettere.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Io penso che la politica sia quella cosa facendo la quale si cerca di migliorare la vita di tutti. Chi fa politica e soprattutto chi governa, a tutti i livelli, non deve risolvere i problemi dei singoli cittadini, non ha il compito di affrontare “casi umani”. Chi fa politica e chi governa deve cambiare le cose, in modo che non ci siano “casi umani” da affrontare e risolvere. Questo, se non per ragioni etiche, per un motivo assolutamente pratico: non tutti i “casi umani” possono essere risolti con un intervento ad personam. Anzi, molti casi non arrivano nemmeno all’attenzione di qualche governante che abbia il potere, o una qualche influenza, per risolverli.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Qui nasce il problema e qui sta il nocciolo della questione. Perché qui conta chi sei, quali conoscenze hai, con quale facilità riesci ad ottenere le attenzioni del governante di turno, sia esso un assessore di paese o un Ministro della Repubblica.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">E qui sta pure il succo di una vicenda che, per come la si rigiri, continua a somigliare a quella scena in cui il Marchese del Grillo se ne va libero, perché “io so’ io e voi nun siete un cazzo”. Verrebbe da citare Nanni Moretti, col suo “Ve lo meritate, Alberto Sordi!”, non fosse che non c’è proprio niente da ridere. Specie se qui e ora – intendo proprio qui in Italia e oggi – la differenza tra chi è qualcuno e chi non lo è significa uscire o restare a marcire in galere sovraffollate, rischiando la pelle.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Quindi non ci casco. E nemmeno accetto la morale sul “senso di umanità” da chi in questi anni non ha speso una parola o un gesto per risolvere concretamente il tragico problema delle carceri italiane. Un problema che proprio dalla custodia cautelare in carcere si dovrebbe cominciare ad affrontare. Per tutti, anche per la signora Ligresti. Anche per i parenti di quei disgraziati che ogni fine settimana vedi davanti a San Vittore, senza agende fitte di numeri importanti, per entrare a trovare i propri cari detenuti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">E si capisce che l'esistere e il resistere di tanto evidenti differenze tra "chi può" e "chi non può" è la ragione principale del disprezzo di molti cittadini verso la politica e verso "il potere".</span></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-4213547760220956362013-10-10T03:02:00.000-07:002013-10-10T03:02:31.046-07:00Galere. E fascisti<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Quando ero ragazzo ho imparato a essere garantista. Perché le carceri erano piene di poveracci e perché chi è poveraccio ha molte più probabilità di finire in galera rispetto a chi non lo è. Intanto, perché più difficilmente troverà un modo onesto per farsi strada o anche solo per tirare avanti, poi perché i poveracci non possono scegliersi i migliori avvocati. Essere garantisti è di sinistra, essere giustizialisti è di destra<i>… “Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”</i>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Tutta la storia umana sui delitti, le pene e le galere ci racconta una realtà inconfutabile: in dittatura o in democrazia, coi re o con le repubbliche, quanto maggiore è la propensione a rinchiudere chi si comporta male<i>“buttando via la chiave”</i>, tanto più alta è la quota di poveracci e disgraziati che finiscono <i>“dentro”</i>. Il caso degli Stati Uniti – che sono e restano una grande democrazia – è emblematico al riguardo: basta guardare le statistiche sulla popolazione carceraria di quel Paese per etnia. E non essere razzisti, ovviamente.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">La violenza verbale con cui è stato accolto il messaggio alle Camere del Presidente Napolitano sulla situazione carceraria da parte dei grillini mi ha colpito. Dirò di più: sconvolto. Una serie di insulti e di contumelie, di sospetti (infondati, inconsistenti, quindi falsi e creati ad arte) e di intemperanze lessicali che ricordano – l’ho scritto e lo ripeto – la peggiore violenza verbale di stampo fascista. Tanto più violenta, volgare e fascista perché riguarda le galere. E i disgraziati che ci <i>“vivono”</i>dentro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Da un movimento che si pretende particolarmente vicino al Popolo, ci si aspetta un’attenzione particolare proprio nei confronti dei più deboli. Tra questi, i detenuti (molti in attesa di giudizio, molti in galera per piccoli reati di droga, ben pochi per i tanto polemizzati crimini <i>“da colletti bianchi”</i>) sono i meno difesi. Essi, per chi pensa male delle istituzioni al punto da insultare apertamente il Capo dello Stato, dovrebbero essere oggetto di particolare attenzione e tutela. Proprio perché di quelle istituzioni – pretese ingiuste, corrotte e cattive – sono quotidianamente alla mercé.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Sulla mia bacheca di Facebook, si sono dati convegno ieri – da mezza Italia – un certo numero di militanti grillini. Tutti offesi per l’uso della parola <i>“fascisti”</i>, hanno esposto con vigore e puntualità il loro punto di vista. Sulle carceri e su chi dovrebbe finirci. Tralasciando gli insulti e alcune altre amenità, pubblico qui di seguito un piccolo florilegio di affermazioni grillesche, leggendo le quali ciascuno potrà farsi un’opinione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Ah, tralascio anche di ricordare che darsi convegno in trenta a casa di qualcuno (tale è una bacheca di Facebook, per quanto pubblica) per insultarlo tutti insieme, un tempo lo chiamavamo <i>“squadrismo”</i>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Sui politici e sulla giustizia del Popolo:<i>“Per me vale ancora il TUTTI A CASA ... e se è possibile anche in carcere”</i>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Sull’esistenza o meno dell’emergenza carceri: <i>“Com'è che di emergenza carceri ne parlate solo da quando molti di voi le stanno vedendo dall'interno, cioè dal 92? Anche prima esisteva, ma mai ne avevate parlato”</i>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Sul perché uno è garantista: <i>“E' un mondo al contrario, adesso chi vuole i criminali in galera è un fascista. Ma in realtà chi vuole svuotare le carceri è solo perchè sa di avere qualcosa sulla coscienza lui e i suoi amichetti”</i>. Se vuoi carceri decenti è perché temi di finirci tu.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Ancora sull’emergenza che non esiste:<i>“Il problema carceri serve per far uscire tutti i delinquenti piddini e pidiellini quando serve...”</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Infine, sublime: “<i>Zero amnistia e indulto...non facciamo più arrivare barconi e i pomodori li facciamo raccogliere ai carcerati in sovrannumero e agli assessori”</i>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">L’ultimo, in particolare, per dimostrare di non essere fascista, ha preso la tessera dei Khmer Rossi: rieducazione attraverso il lavoro nei campi, per i nemici del Popolo. Che dite, c’è da preoccuparsi?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Post Scriptum: ieri il M5S diceva di avere proposte interessanti per risolvere l’emergenza carceri senza amnistia (magari le stesse che fino alla settimana scorsa si potevano appoggiare sottoscrivendo i referendum radicali; quelli che io ho firmato e loro no…). Ma questo rende ancor meno comprensibile l’attacco sguaiato al Capo dello Stato. Il quale ha invitato il Parlamento ad affrontare e risolvere un problema: se ci sono soluzioni diverse, chi sta in Parlamento le proponga. Questo ieri, quando il M5S aboliva il reato di clandestinità. Oggi hanno cambiato idea. O meglio, hanno parlato Grillo e Casaleggio e il reato di clandestinità (che riempie le galere) deve rimanere.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-size: large;">Quelli che si offendono se gli dai dei fascisti, si guardino piuttosto intorno e si chiedano se sono davvero con la compagnia giusta. Sveglia, neh!</span></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-8011060023440647822013-09-15T04:57:00.000-07:002013-09-15T04:57:31.425-07:00Sul leaderismo<div style="font-family: Noteworthy; line-height: 24px; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ieri sera ho ascoltato un discorso di Pierluigi Bersani. Siccome la compagnia era buona, ho resistito <span style="font-size: large;">f</span>ino in fondo. Il nocciolo delle argomentazioni è la polemica contro il <i>"leaderismo".</i></span></div>
<div style="font-family: Noteworthy; line-height: 24px; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Il Pd è un collettivo, non abbiamo bisogno di leader carismatici, che hanno già fatto troppi danni in questi venti anni. <i>"Io sono uno di tanti" </i>- ci spiega Bersani - e prima viene il Partito. Dice Berlusconi, ma parla di Matteo Renzi. Pensa che il <i>"popolo" </i>sia - ancora - disposto a bersi questo accostamento fuori dal mondo. Sbaglia, come dimostrano i bagni di folla che accompagnano il tour di Renzi nelle feste del Pd. Ma il punto non è questo.</span></div>
<div style="font-family: Noteworthy; line-height: 24px; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Il punto è che poi qualcuno che non ti aspetti, sfrutt<span style="font-size: large;">a</span> l'opportunità di essere di fianco a lui sul palco per fargli un attacco che nemmeno il peggiore degli avversari. In questo caso, la vice-sindaco bersaniana di Milano De Cesaris: partendo dall'offesa per aver atteso un'ora prima di avere la parola, ha attaccato Bersani su tutta la linea. Lo ha smontato, o almeno ci ha provato. La danno in partenza per altri lidi, aggrappata al <i>"carro del vincitore"</i>. Ma il punto non è neppure questo.</span></div>
<div style="font-family: Noteworthy; line-height: 24px; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Il punto è che questa scena - francamente squallida - mostra plasticamente quanto e in quale modo il Pd di Bersani sia stato <i>"partito del leader"</i>: un luogo nel quale il capo si ergeva - e si reggeva - sulle correnti in equilibrio. Nel quale l'adesione alla linea del capo era spesso dettata da ragioni di appartenenza a qualche cordata, se non di personale convenienza.</span></div>
<div style="font-family: Noteworthy; line-height: 24px; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ora che Bersani non è più il capo, la sua leadership sfumata fatica persino a guadagnare il rispetto di chi fino a ieri lo sosteneva. All'inizio è stata la ex portavoce Alessandra Moretti, poi molti altri hanno seguito...</span></div>
<div style="font-family: Noteworthy; line-height: 24px; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Si dice saltino sul carro del vincitore e al <i>"vincitore"</i> ne danno la colpa. Ma non è così. Il Pd di Bersani era un partito del leader. Solo, lo era in un modo molto diverso - e peggiore - di quanto avvenga in tutti i partiti del mondo: una specie di Democrazia Cristiana, balcanizzata in cento correnti, ma con un segretario preteso ineffabile, da Partito Comunista. </span><br />
<span style="font-size: large;">La parte più triste, in questo patetico crepuscolo, è che ancora diano ad altri dei "democristiani"<span style="font-size: large;">. M</span>anco fossimo nel 1989.</span></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-58293706335265332482013-09-02T07:46:00.000-07:002013-09-02T08:39:43.441-07:00I "renziani"<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Hey, magari mi sbaglio, ma Matteo Renzi ne ha per tutti: sì, per il correntone bersaniano e le sue sotto-correnti a lungo raccolte intorno al <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“caminetto”</i>, ma non credo si fermi qui. Me lo conferma l’ironia con cui ha parlato dei <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“renziani”</i> (una malattia, essere <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“renziano”</i>…).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Ad alcuni non piacerà, ma alla fine è ciò che dico da fin troppo tempo: la battaglia di Renzi per il rinnovamento non è una <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“normale”</i> conta interna al Pd. Matteo non vince <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“facendo le tessere”</i>, attirando gli iscritti, raccogliendo gruppi dirigenti in giro per l’Italia. Matteo vince per il sostegno che può – e deve – raccogliere nella società italiana. Per il progetto che propone agli Italiani, non per il numero di segretari provinciali che riesce a portare dalla sua. O a far eleggere.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">La sua sfida, sin dall’inizio è stata questa. E ha finora resistito – grazie al cielo – a ogni pressione, sia a quelle provenienti dagli avversari interni, sia a quelle di chi aveva fretta di consolidare la presenza <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“renziana”</i> (la malattia…) nelle federazioni e nei circoli. Non si è <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“normalizzata”</i> nella consueta battaglia interna, mantenendo la freschezza e la forza di una proposta fatta direttamente agli elettori del Pd e agli Italiani.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Nei mesi scorsi abbiamo discusso a lungo di come organizzare il lavoro a sostegno di Matteo. Alcuni – di fronte alla possibilità di una radicale chiusura del Partito – proponevano semplicemente di iscrivere i sostenitori e di portare la sfida nei congressi di circolo. Quella ipotesi si è presto scontrata con la realtà: ben pochi sono disponibili a prendere la tessera, perché la prospettiva di Renzi è strettamente legata alla natura ontologicamente (lo ha detto anche lui, posso continuare a usare questa parola…) aperta del Pd. La portata autenticamente rivoluzionaria della proposta di Matteo, il cambiamento radicale di prospettiva e di atteggiamento, possono vivere solo nella massima apertura, muoiono nelle liturgie e nei giochetti di potere dei soliti gruppi dirigenti. Matteo questo lo ha capito e agisce di conseguenza. Punto.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Il che porta con sé alcune conseguenze. Le quali, appunto, non a tutti piaceranno. Per farla breve: non ci saranno assessorati garantiti per i <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“renziani”</i>, non si entrerà in un consiglio di amministrazione in <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“quota Renzi”</i>, nessuno diventerà sindaco perché è <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“renziano”</i>. O meglio, magari lo diventa, ma perché la sua storia e le sue caratteristiche lo fanno somigliare un po’ a Matteo Renzi e la gente lo vota. Non perché qualcuno ha distribuito i posti e quella poltrona lì tocca a uno della <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“corrente Renzi”</i>. E nessuno, temo, potrà dire <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“Ok, sono qui da quarant’anni, ma sostengo Renzi: non vado rottamato”</i>. No, non funziona così.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">La <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“corrente di Renzi”</i> non esiste per questa precisa ragione. Questo è ciò che manda in bestia le correnti che esistono davvero. Poiché, banalmente, è una cosa troppo diversa da loro perché possano capirla. Ma questo è anche ciò che piace, di Renzi, a molti che vogliono impegnarsi in politica, senza considerarla una carriera, una professione, un modo per sistemarsi. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Dal mio punto di vista, un motivo in più per sostenerlo.</span></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-80897483333911802032013-09-01T03:01:00.001-07:002013-09-01T03:01:06.785-07:00Ah, le correnti...<div style="text-align: justify;">
<span style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: large; font-weight: bold; line-height: 24px;">Bersani patisce a sentir parlare di correnti. Dice che Renzi ha la sua, di corrente. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: large; font-weight: bold; line-height: 24px;">L'idea di <i>"lotta al correntismo"</i> che vuole contrabbandare Bersani, scommettendo ancora sulla credulità dei nostri militanti, è quella più tradizionale. Direi togliattiana, non fosse ridicolo ogni accostamento: ci siamo noi, che stiamo nel mezzo e siamo il Partito, poi ci sono gli altri, che stanno a destra (<i>amendoliani</i>) e a sinistra (<i>ingraiani</i>). Se <i>"noi"</i> siamo il Partito, <i>"loro" </i>devono essere le correnti. Dovrebbero dire <i>"i deviazionisti"</i> o <i>"i frazionisti"</i>, ma almeno di queste parole un po' si vergognano. </span><br />
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Negli ultimi anni e all'ombra di questa ipocrisia, la corrente cosiddetta <i>"di maggioranza"</i> si è radicata nei territori, si è organizzata, ha selezionato gruppi dirigenti sulla base della fedeltà e dell'appartenenza, ha organizzato il piccolo e grande potere di piccoli e grandi fedelissimi. Quella supercorrente si è articolata in sotto-correnti (franceschiniani, lettiani, fioroniani, d'alemiani, veltroniani, giovani più o meno turchi, bindiani, fassiniani,...), ognuna intesa a favorire l'ascesa dei propri adepti, contrattando spazi e potere intorno al famoso <i>"caminetto"</i>. </span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-size: large;">In effetti, i</span>l problema di Bersani non è la supposta esistenza di una corrente renziana <span style="font-size: large;">o</span> la sua forza organizzata, ma il fatto che le sotto-correnti lo hanno sostenuto finché egli era la garanzia di immutabilità del quadro interno al Pd. <span style="font-size: large;">E</span> ora lo hanno scaricato. Oggi Bersani conta poco o nulla, non a causa della perfidia o del tradimento renziano, ma perché non serve più ai Fioroni, ai Franceschini, ai D'Alema o ai Letta. </span><br />
<span style="font-size: large;">Se riuscisse a farsene una ragione e a riconoscere le proprie responsabilità in questa deriva correntizia subita dal Pd, sarebbe infinitamente più utile<span style="font-size: large;"> al Partito e a sé stesso: </span>una valida alternativa a questo ruolo da anti-Renzi fuori tempo massimo, in un misto di livore e di patetica impotenza, che davvero non si addice all'ex segretario di un partito importante.</span></div>
</div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-74086793206089545742013-08-30T01:29:00.000-07:002013-08-30T01:31:13.129-07:00Non prendiamoci in giro/2<div style="text-align: justify;"><span style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: large; font-weight: bold; line-height: 24px;">Avrete letto che, per togliere l'lMU prima casa del 2013, bisogna trovare i soldi. Cioè, quelli per la prima rata ci sono, quelli per la seconda li stanno cercando.</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Questo perché ai comuni bisogna restituire ciò che non incassano. Cioè, lo Stato dà ai comuni quello che i cittadini non pagano. Elementare, fino a un certo punto.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Vediamo. Succede che, nel 2012, i comuni avevano l'IMU sulla prima casa, che era fatta così: ognuno paga il 4% della rendita catastale di casa sua, dopo aver tolto 200 euro più altri 50 per ogni figlio a carico. Perfetto: quindi lo Stato rende ai comuni quella roba lì e siamo pari e patta.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Però, succede che i comuni avevano la possibilità di aumentare o ridurre quel 4% del 2%. Cioè, potevano decidere di far pagare tra il 2% e il 6%: se facevano pagare di meno, dovevano trovarsi i soldi, se facevano pagare di più, si tenevano il surplus. Perfetto pure questo.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ora lo Stato restituirà l'IMU non versata sulle prime case. E qui nasce la questione.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Mi spiego: cosa restituirà lo Stato ai comuni, a ciascun singolo comune?</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Lo Stato potrebbe restituire quanto i cittadini avrebbero pagato ad aliquote standard, cioè il 4% meno 200 euro ciascuno meno 50 per ogni figlio a carico. </span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Oppure, lo Stato potrebbe restituire, come molti propongono, il "gettito mancante". Cioè quello che i singoli comuni avrebbero incassato, in base alle aliquote deliberate, se l'IMU fosse rimasta. Vale a dire: lo Stato dà di più ai comuni che hanno alzato l'IMU prima casa nel 2012 e di meno a quelli che la hanno diminuita. Quindi, verrebbero premiati i comuni che hanno fatto pagare più tasse ai cittadini. Proprio quella tassa tanto ingiusta e iniqua da essere stata oggi abolita.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Se succedesse questo, sarebbe una presa in giro. Definitiva. </span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ma sono quasi certo che non lo faranno, perché costa meno la prima ipotesi e perché non sarebbe un buon modo di iniziare la nuova stagione federalista, quello di premiare chi ha aumentato le tasse a scapito di chi le ha abbassate. O no?</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Vabbé, si accettano scommesse...</span></div>
</div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-89842751810224926642013-08-29T03:54:00.001-07:002013-08-29T04:12:22.471-07:00Non prendiamoci in giro<p class="MsoNormal" style="text-align: -webkit-auto; margin: 0cm 0cm 10pt; "><font style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Almeno non prendiamoci in giro. Lasciamolo fare ad Alfano, che ridacchi pure sulla sua<i>“mission accoplished”</i>, ma tra di noi diciamoci la verità.</font></p><p class="MsoNormal" style="text-align: -webkit-auto; margin: 0cm 0cm 10pt; "><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Dunque, abolita l’IMU sulle abitazioni principali, verrà creata dal 2014 la Service Tax. Sarà una tassa comunale, assorbirà IMU e Tares (cioè la vecchia tassa rifiuti) e dovrà garantire il funzionamento dei comuni, a parità di altre condizioni.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: -webkit-auto; margin: 0cm 0cm 10pt; "><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Le altre condizioni che restano immutate sono, in breve, le seguenti:</span></p><p class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="text-align: -webkit-auto; margin: 0cm 0cm 0pt 36pt; "><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">1. La manovra <i>“IMU ai comuni”</i>decisa sul finire del 2012 ha prodotto, insieme ai tagli già inseriti nelle finanziarie precedenti, un nuovo taglio delle risorse per i comuni. Roba da centinaia di migliaia di euro o forse milioni, già per comuni di media dimensione. Quelle risorse in meno devono essere trovate nei bilanci comunali, che infatti non si sa come chiudere. E la cui scadenza è infatti slittata – per ora – a fine settembre.</span></p><p class="MsoListParagraphCxSpLast" style="text-align: -webkit-auto; margin: 0cm 0cm 10pt 36pt; "><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">2. La Tares, nel sostituire la vecchia tassa rifiuti, contiene già un aggravio di 30 centesimi al metro quadrato, che non va nelle casse dei comuni. Quindi, il prelievo è già più alto, per quella quota, rispetto al 2012. Questo tralasciando gli aspetti finanziari e di cassa, visto che tutto il dovuto per il 2013 deve essere pagato prima di dicembre, mentre la tassa rifiuti si pagava con rate che arrivavano a maggio dell’anno successivo. Dunque, si paga di più e in anticipo.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: -webkit-auto; margin: 0cm 0cm 10pt; "><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">La nuova tassa per i servizi dovrà garantire, per ogni comune, un gettito pari al totale della vecchia IMU (prime case e tutto il resto) più il totale della Tares (tassa rifiuti e addizionale) più quello che, nel giochino fatto a fine 2012, manca oggi all’equilibrio dei bilanci. Come questo possa tradursi in esborsi più bassi per i contribuenti è un mistero.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: -webkit-auto; margin: 0cm 0cm 10pt; "><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Di più – e qualcuno comincia subito ad accorgersene – se si paga per i servizi comunali, non in base al patrimonio posseduto, ci saranno effetti <i>“redistributivi”</i>del carico fiscale tutti da valutare.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: -webkit-auto; margin: 0cm 0cm 10pt; "><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Guardate che questa roba qui era già vera per la tassa rifiuti. Sulla quale, la retorica ambientalista del <i>“chi più sporca, paghi di più” </i>su cui si basava la spinta – alla quale, per tutta la vita, mi vanterò di avere resistito – per passare dalla <i>“tassa”</i> alla <i>“tariffa”</i> avrebbe prodotto effetti disastrosi sulle famiglie. Se devo pagare in base ai rifiuti che produco, quando vivo da single in una casa di 100 metri quadrati devo pagare un quarto o anche meno di una madre sola con tre figli piccoli che vive in un bilocale. Più in generale, il carico dovrebbe spostarsi pesantemente dalle imprese alle famiglie. Geniale.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: -webkit-auto; margin: 0cm 0cm 10pt; "><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">In definitiva andrà così: o la tassa sui servizi avrà una forte (prevalente) componente patrimoniale, nel qual caso l’IMU sulle abitazioni principali ci sarà di nuovo, ma sotto falso nome, oppure davvero la nuova tassa non sarà una patrimoniale e allora a rimetterci (molto) saranno i poveracci, quelli che vivono in affitto, le famiglie numerose.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: -webkit-auto; margin: 0cm 0cm 10pt; "><font style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Ma, persino a prescindere dalla redistribuzione del carico, difficilmente si pagherà di meno. E saranno i comuni e i sindaci a dover trovare le soluzioni. Ammesso che, in un quadro del genere, la prossima primavera si trovi ancora qualcuno disposto a farlo, il mestiere di sindaco, per prendere schiaffi in coro dallo Stato e dai cittadini tartassati.</font></p>Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-61785854440222770642013-08-25T06:02:00.001-07:002013-08-25T06:14:49.279-07:00Menomale che Silvio c'è<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Oggi l'ho letto l'articolo di Eugenio Scalfari, 89 anni, fondatore di Repubblica. L'ho fatto perché mi sentivo un po' in colpa e perché tutti si ostinano a commentarlo, la domenica mattina.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ho capito questo: che Berlusconi è molto cattivo, un pericolo per la democrazia e per il futuro dell'Italia. Dannazione!</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Poi ho capito anche che se il Pd sta tutto bello unito <i>"a difesa dell'interesse generale e dello stato di diritto"</i> magari si riprende i voti che sono andati a Grillo e vince. Cioè, Scalfari non lo scrive che poi si vince, ma speriamo sia solo per scaramanzia che non ne fa cenno. Sennò stiamo freschi, senza nemmeno un po' di <i>wishful</i> <i>thinking</i>.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Comunque, il Pd deve stare tutto bello compatto <i>"contro"</i> Berlusconi, perché stavolta c'è poco da scherzare: in gioco c'è l'Italia. Per la settima volta.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ora, un elettore un po' sgamato del PdL potrebbe rispondere che le sei volte prima, sarà pure stata in gioco l'Italia, ma non ce la siamo mica giocata. Che i mari continuano a bagnarla e il sole a splendere, magari solo un po' meno in questi giorni di temporali...</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ma sono sottigliezze semantiche. In gioco c'è l'Italia e il Pd, per salvarla s'intende, deve fare la settima campagna elettorale contro <i>"le destre"</i>, contro il Caimano, contro il Giaguaro...</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Non c'è spazio per nessuna novità, non c'è modo di uscirne. Dobbiamo continuare a legittimare, combattendolo, il ruolo politico e storico dell'avversario di vent'anni. Di aprire una stagione nuova, almeno provarci, non se ne parla neppure: c'è in gioco l'Italia, per la settima volta, non si scherza...</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Allo scopo, potremmo magari resuscitare Di Pietro e Ingroia. Richiamare in servizio il popolodeifax e i girotondi, i micromega e le sabineguzzanti, i popoliviola e i senonoraquando. Tutti uniti per la settima volta, come un sol uomo e per un sol mese,<i> "a difesa dello stato di diritto"</i>.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">L'Italia non morirà di berlusconismo. Ma rischia di morire di questo antiberlusconismo militante e vagamente paraculo. Al quale si addice, più di altre, la massima filosofica <i>"Menomale che Silvio c'è"</i>.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Pensare che l'alternativa, quella che serve per aprire una stagione nuova, dicendo e facendo cose nuove, c'è già e si chiama Matteo Renzi.</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRcImZPRVX8X7TBYoxAAAyf-oDmsIRaKdb_PCcJhSeNCoDX30Yl0pMzo7Xq2_QU7jVfFxLJEmaaSfMKeA4Bk2_xZESXNMMUHdYuBarb4jsFhnQPvh47GRzo3OZ5CxL-1eMh-8jUbRc0NI/s640/blogger-image--1401471043.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: large;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRcImZPRVX8X7TBYoxAAAyf-oDmsIRaKdb_PCcJhSeNCoDX30Yl0pMzo7Xq2_QU7jVfFxLJEmaaSfMKeA4Bk2_xZESXNMMUHdYuBarb4jsFhnQPvh47GRzo3OZ5CxL-1eMh-8jUbRc0NI/s640/blogger-image--1401471043.jpg"></span></a></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-32661730164782334432013-08-24T10:11:00.002-07:002013-08-24T10:11:41.991-07:00Amore mio, non sono scemi<div style="text-align: justify;">
<span style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: large; font-weight: bold; line-height: 24px;">Oggi si discuteva di questa idea bersaniana di andare alle elezioni candidando premier Letta senza primarie. E qualcuno mi ha chiesto: "Ma sono scemi?"</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Una sintesi efficace. Purtroppo, amore mio, non sono scemi. Lo fossero, potresti sperare di farglielo capire. Magari con più impegno, spiegandolo tante volte. Solo che non sono scemi: hanno capito benissimo.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Hanno perfettamente compreso che l'unico modo per mantenere la loro presa sul partito, il loro pezzo, piccolo o grande, di potere, il loro ruolo e le loro soddisfazioni è conservare le cose esattamente come sono.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Quindi non deve cambiare nulla: né la guida del Pd, né il candidato premier, né, soprattutto, la legge elettorale.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Non fare le primarie per scegliere il candidato premier è l'unico modo sicuro per garantire questo prezioso (per loro, ovvio) stallo. Creare le condizioni per rendere "impossibile" fare le primarie per la scelta del premier (almeno per i tempi cui sono abituati loro), attraverso una fulminea precipitazione degli eventi verso nuove elezioni è l'arma segreta di un apparato tanto più disperato quanto più pericoloso per il futuro del Pd.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ovviamente, se questa mostruosa linea politica dovesse prevalere, si preparerebbe una nuova drammatica sconfitta. Andremmo verso una vittoria del centro-destra, con Berlusconi che risolve i suoi problemi diventando Presidente della Repubblica. Oppure, che è anche peggio, verso una vittoria di Grillo e Casaleggio.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj9K4iuYordVXDqQODVldjHJlJ_-RWb5hikkWbe_5JmgBTNmvHxYsz4jH37EGvGnlts-uQq2L1TKqRmJH07L5Ox1DAD5AalHMCYS22FBAE9GjvjoJXuZVa66mqvyjJwBaG_Mmf7MgIv8E/s1600/blogger-image-1780584748.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj9K4iuYordVXDqQODVldjHJlJ_-RWb5hikkWbe_5JmgBTNmvHxYsz4jH37EGvGnlts-uQq2L1TKqRmJH07L5Ox1DAD5AalHMCYS22FBAE9GjvjoJXuZVa66mqvyjJwBaG_Mmf7MgIv8E/s400/blogger-image-1780584748.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-size: large;">Questa coazione a ripetere gli stessi tragici errori, portando agli stessi tragici risultati potrebbe essere analizzata come sintomo di un disturbo della personalità. Ma anche sotto l'ombrellone, baloccarsi con la psicoanalisi da un tanto al chilo non serve a molto. Non sono scemi, i bersaniani che vogliono candidare Letta senza primarie. Al contrario, sanno benissimo quello che fanno. Sono - semplicemente e tragicamente - disposti a tutto per non perdere il loro posto al sole, il loro seggio, il loro stipendio.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Anche a far fuori l'unico candidato che ci farebbe vincere: Matteo Renzi. Perfino a veder vincere Berlusconi e a vederlo assurgere, da delinquente, a padre della della Patria.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Tutto, purché il Pd resti nelle loro disastrose mani. Tutto purché ci sia un posto in Parlamento per loro, per i più fedeli.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Anche perché, se non c'è tempo per organizzare le primarie per il premier, vuoi che questo tempo ci sia per farle - magari vere e aperte - per i parlamentari? E allora che Dio benedica il porcellum e Letta, la corsa alle urne e il giaguaro non smacchiato. </span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">No, non sono scemi. Sono scemi quelli che ancora gli vanno dietro.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="clear: left; float: left; font-size: large; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></span></div>
</div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-90135183050121559002013-08-09T03:38:00.000-07:002013-08-09T03:40:39.223-07:00Niente da capire<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">Io le conosco quelle riunioni lì. Conosco quelle serate o pomeriggi, convocati nei momenti più improbabili con quel senso di - definitiva, dunque irrinunciabile - urgenza. Riunioni a inizio agosto o all'antivigilia di Natale. Riunioni la sera di pasquetta o qualche domenica mattina </span><span style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">di primavera. Riunioni la sera della finale dei mondiali, per dire.</span></span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ci sono cose fondamentali da decidere e non si può proprio rimandare, che anzi abbiamo già rimandato fin troppo.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Lo so come finiscono quelle riunioni, dove la gente perbene corre visto che è importante. Ma intanto si dice che la prossima volta, col cavolo che darà la disponibilità per stare in quel direttivo, in quel coordinamento, in quella assemblea. Che la gente normale, anche quando si iscrive a un partito, continua ad avere altro da fare. E a riposare in agosto, la domenica, a guardare le partite. </span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Le conosco quelle riunioni, che ne fai due e ti ritrovi soltanto con quelli che di politica ci vivono. E pensi che, forse, lo fanno apposta.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Conosco quelle riunioni dove la relazione non dice niente. E su quel niente parte il dibattito. E tutti parlano, perché l'argomento è importante e vuoi mica non intervenire. E tutti parlano, ma nessuno dice niente. Soprattutto, nessuno dice qualcosa sul motivo della riunione: resta lì a mezz'aria, che tutti lo sanno ma nessuno dice niente. Avrebbero voglia di dire qualcosa "i nuovi", magari alzarsi e gridare "di cosa cazzo state parlando? Ma la finite?" Ma quelli, che non sono scemi, se ne sono già andati da un pezzo: a godersi l'agosto o la domenica. O a guardare la partita.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Questo meccanismo - altro che apparato, regole o centralismo democratico... - tiene in vita gruppi dirigenti dei quali un qualunque partito normale - figuriamoci un partito "democratico" per ontologica apertura al coinvolgimento diretto dei suoi elettori nelle decisioni... - si sarebbe già liberato da un pezzo.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Sono quelle riunioni, fatte di linguaggi per iniziati, sottintesi, ammiccamenti e battute, ad allontanare la gente normale dalla politica. Dalla nostra politica e dal nostro partito.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">La gente normale che non capisce, né mai capirà come si possa giocare questa stupida partita a fottere l'unico che può farci vincere. </span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">La gente normale che non capisce, né mai capirà come si possa convocare una riunione l'8 agosto per decidere la data di un congresso e poi non deciderla.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">La gente normale che non capisce e non capirà mai. Semplicemente, perché non c'è niente da capire.</span></div>
</div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-2472192535207226742013-07-28T07:16:00.000-07:002013-07-28T07:16:21.625-07:00La signora Maria<div style="text-align: justify;">
<span style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: large; font-weight: bold; line-height: 24px;">L'Italia Viva è la signora Maria, incontrata nella sala d'aspetto (senza aria condizionata) della stazione di Grosseto. La signora Maria che, in venti minuti, ti racconta la storia sua, che è storia d'Italia.</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">È nata in Puglia, la signora Maria, con quattro sorelle e un padre morto in guerra. Parte per Roma e si sposa. Muore il marito e la lascia sola, con una figlia piccola.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ci sono tanti pugliesi a Milano e qualcuno le dice che lì, per chi ha voglia di lavorare, c'è di che vivere.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Parte per Milano, la signora Maria, a fare la baby-sitter.... ma la seconda volta dice "bambinaia". C'erano delle agenzie - serissime - per le bambinaie. E lei va a lavorare da una contessa: al mattino da lei e al pomeriggio dal fratello. Le danno 140.000 lire ciascuno, che "nel '71-'72 sono soldi..."</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Poi assumono in banca, donne delle pulizie, ma solo per cinque ore al giorno. E allora la signora Maria va a fare le pulizie in banca, ma continua anche a fare la bambinaia e poi va tre ore al giorno nel grattacielo Pirelli, al self service, a servire i piatti.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Si compera la casa, la signora Maria: piccola, ma la mette a posto bene. E la paga in contanti.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">È arrabbiata con l'Euro, la signora Maria, e coi politici: perché lei prende 1005 euro al mese di pensione e loro guadagnano un sacco di soldi. Ma poi si preoccupa e mi chiede che lavoro faccio io. E le rispondo col mio lavoro, quello vero, e che non mi lamento. </span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ma soprattutto, è preoccupata per le due nipoti, la signora Maria, mentre va al mare a Cerveteri da un'amica: studiano e sono brave, ma ha paura che dovranno andarsene "negli Stati Uniti d'America, come tutti quei dottori che diceva il giornale".</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ma alla fine ci spera ancora, la signora Maria: perché a Milano, per chi ha voglia, il lavoro c'è sempre e perché "voi giovani siete bravi".</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">E mi saluta, la signora Maria, dicendomi che a Milano fa caldo di giorno, ma di non preoccuparmi che la sera è ventilato. Io non ci credo, ma poi mi fa gli auguri, per quell'unica cosa che sono riuscito a raccontarle di me. Ma credo le basti per guardare ancora, con speranza, alla storia nostra.</span></div>
</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Buon Viaggio, signora Maria.</span></div>
</div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-54726745980953419602013-07-04T13:22:00.001-07:002013-07-04T13:22:15.668-07:00La "maggioranza"<span style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: large; font-weight: bold; line-height: 24px;">Quelli che dovevano smacchiare il giaguaro</span><br />
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che hanno "non vinto"</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che non votare Marini è come non votare Prodi</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che "il governo del cambiamento"</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che intanto il governo col Pdl</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che però il governo del cambiamento...</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che togliamo il finanziamento pubblico ai partiti</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che non lo tolgono</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che la riforma elettorale</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che intanto ci teniamo il porcellum</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che speriamo la Corte Costituzionale tolga il premio di maggioranza</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che aboliamo le province</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che brindiamo, le province rimangono</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che il congresso lo facciamo presto presto</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che però lo facciamo per tesi</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che però senza antitesi</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che Renzi è una risorsa</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che Renzi ha rotto i coglioni</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che candidano Fassina</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che candidano Cuperlo</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che candidano Epifani</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che una cosa è cambiare il Partito</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che un'altra cosa è cambiare l'Italia</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che non vogliono cambiare il Partito né l'Italia</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che vogliono fare il Pd</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che se lo sono già fatto</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">Quelli che a forza di farselo, lo hanno disfatto</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); -webkit-text-size-adjust: auto; font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px;">
<span style="font-size: large;">"Alta sui naufragi dai belvedere delle torri, china e distante sugli elementi del disastro, dalle cose che accadono al disopra delle parole celebrative del nulla..."</span></div>
<div>
<br /></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-4697287900324568182013-05-23T02:09:00.002-07:002013-05-23T02:09:43.747-07:00L'ultima goccia di splendore<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">La prima volta che incontrai Don Andrea Gallo ero molto più giovane di adesso. Ero segretario del Pds di Novi Ligure e facemmo un dibattito alla Festa dell’Unità con lui e Marida Bolognesi, che si occupava in Parlamento di politiche sociali. Si parlò di molte cose, soprattutto di immigrazione e di integrazione. Persino di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">jus soli</i>. Quella sera, a rappresentare la comunità cristiana novese, era presente un altro prete vicino agli ultimi, Don Giuseppe Bruniera, che stava costruendo la meravigliosa realtà del Banco Alimentare.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">La serata era stata voluta e organizzata da Michele B. Fasciolo, che qualche mese prima aveva già invitato Don Gallo a un’assemblea del Liceo Classico Doria della quale tutti ancora si ricordano bene. Don Andrea disse che tornava volentieri a Novi Ligure, perché <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“quando mi hanno chiamato per invitarmi, ho sentito la voce di un giovane con tanta passione e ho pensato che qui da voi c’è una speranza”</i>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Parlò come sapeva parlare lui, con quei toni che gli sono stati anche rimproverati. E con quella passione spirituale e civile che lo ha fatto amare da tutti, anche da chi non ne condivideva le idee. Allora Don Gallo era un personaggio locale, conosciuto per le sue opere a Genova e nell’entroterra. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Oggi lo riscopro punto di riferimento per tanti ragazzi che vent’anni fa erano bambini. Lo ritrovo coscienza critica di un’intera Nazione e mi sento molto piccolo di fronte alla sua, autentica, grandezza. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Genova e l’Italia perdono un altro pezzo – forse l’ultimo – di amore per la vita e impegno per gli ultimi di cui, oggi più di prima, si sente tanto bisogno. Forse davvero l’ultima <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“goccia di splendore, di umanità, di verità”</i>.</span></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-36067627383714903572013-05-08T09:00:00.000-07:002013-05-08T09:00:35.155-07:00Via il Porcellum, subito!<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Quando ho votato per la prima volta era il 1994. Votai per un anziano professore socialista - Giuseppe Maspoli - nel collegio Novi Ligure - Tortona per la Camera. E votai il Pds sulla scheda per la "quota proporzionale". Le cose non andarono come speravo, ma potei almeno dire, per i due anni che durò quella legislatura, che il candidato di Forza Italia - l'imprenditore Gian Piero Broglia - non lo avevo votato. E non era nemmeno dei peggiori.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">La sera delle elezioni, tutti sapevano che aveva vinto Berlusconi. Io non ne fui contento, ma sapevo chi avrebbe governato. Non lo avevo scelto, ma altri - democraticamente, la maggioranza - lo avevano scelto. Mi rifeci qualche anno dopo, quando L'Ulivo vinse le elezioni. E la sera stessa tutti seppero che Romano Prodi sarebbe stato il nuovo Presidente del Consiglio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">In questi anni molti hanno provato a spiegarmi i difetti insanabili di quella legge elettorale, a partire dal fatto che non impedì i ribaltoni. Io pensavo piuttosto che il problema principale fosse il permanere di una "quota proporzionale" che, per la Camera, era assegnata su liste di partito bloccate. Arrivammo, per via referendaria, a un pelo dalla sua abolizione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Poi tutto cambiò. Con una delle più clamorose sconfessioni della volontà popolare che in quel referendum si era comunque espressa, la quota proporzionale con lista bloccata fu estesa al 100% dei parlamentari da eleggere. Quella legge fa schifo, allontana i cittadini dalla politica, toglie loro la possibilità di scegliere il Governo e i parlamentari. In poche parole: questa legge elettorale è immensamente, vergognosamente, insanabilmente peggiore di quella precedente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Per questa ragione, chi voglia davvero cambiare qualcosa nella politica e nel suo rapporto con i cittadini, dovrebbe fare una cosa subito, qui e ora: abolire la vigente legge elettorale e ripristinare quella precedente. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Poi si potrà discutere di riforme istituzionali, di un nuovo assetto dello Stato e dei poteri, di nuove forme di Governo. Tutte cose necessarie e urgenti, sulle quali si misureranno le capacità e le intenzioni di cambiamento di questo Parlamento. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ma per cancellare questa legge elettorale bastano venti giorni, non servono maggioranze qualificate né doppie letture. Si può fare subito, si deve fare subito. Per dimostrare che, sulle riforme, il Parlamento fa sul serio. E per garantire all'Italia che, qualunque cosa succeda, non voteremo mai più con questo schifo di legge elettorale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Su questa proposta, l'Associazione Adesso!Milano ha lanciato una petizione. Comunque la pensiate su tutto il resto, se siete d'accordo sulla necessità di togliere di mezzo la "legge porcata", vi invito a firmarla a questo indirizzo: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">https://www.change.org/it/petizioni/parlamento-italiano-via-il-porcellum-subito-2</span></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-34137370751764935402013-05-05T00:05:00.002-07:002013-05-05T00:05:17.196-07:00C'è da essere scemi<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Leggo in giro che qualcuno sta pensando a un congresso <i>"chiuso"</i> per il Pd. Quando la proposta è tanto grave - e inverosimile - la fantasia dei commentatori va a ruota libera. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Si parla di un congresso per soli iscritti, di <i>"tessera del tifoso"</i> per eleggere il segretario. Qualcuno dice che voteranno solo gli iscritti 2012 (e non quelli che a fine anno furono caldamente consigliati di aspettare le <i>"tessere nuove"</i> per aderire...). Altri si spingono a ipotizzare un <i>"congresso per tesi"</i>. Se non sapete cosa vuol dire, non ve lo spiego... Intanto sono sicuro che un <i>"congresso"</i> del genere non interessi a nessuno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Pacatamente, dico: per pensare di affrontare così la tragedia in cui si è infilato il Pd, c'è da essere scemi. Oppure, c'è da essere tanto accecati dalla paura, dal risentimento e dal settarismo tracotante, da apparire scemi a qualunque normale osservatore esterno. Che all'atto pratico, visto che tra gli osservatori esterni rientra il 90% dei nostri elettori, è più o meno la stessa cosa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Quando abbiamo fondato questo Partito, ci siamo mossi da un'oggettiva crisi delle forme politiche tradizionali. L'idea di fondo era di costruire una comunità dentro la quale si potesse stare con gradi diversi di coinvolgimento: ti iscrivi per entrare negli organismi dirigenti e dare una mano, voti ed eleggi gli organismi dirigenti (tutti) da semplice elettore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Quel Partito ha raggiunto il massimo del consenso elettorale, in un momento difficile per il centro-sinistra: otto punti in più di quelli presi oggi, quando il <i>"giaguaro" </i>sembrava già mezzo smacchiato di suo. Quel Partito ha saputo coinvolgere pezzi di società che non si erano mai occupati di politica, ha superato di slancio la discussione sulla <i>"fusione a freddo"</i> tra Ds e Margherita, grazie a forze nuove - spesso giovani - che entrarono in quei mesi. Dalle mie parti, il primo coordinamento cittadino del Pd fu eletto coi voti di un migliaio abbondante di cittadini. E si fecero anche parecchie tessere, molte in più di quelle che ci sono oggi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Purtroppo, mentre quel Partito provava a costruirsi con questi caratteri di innovazione, era in moto un lavoro contrario che puntava alla restaurazione. I signori delle tessere e della burocrazia - quelli che controllano le ricche fondazioni proprietarie degli immobili ex Ds e i generosi <i>"rimborsi elettorali"</i> - hanno impiegato questi anni per costruire una forma-partito chiusa, autoreferenziale, non contendibile: una forma partito funzionale - solo - al mantenimento del loro potere e alla sua trasmissione per canali di cooptazione e nepotismo. Quando vedete o sentite taluni<span style="font-size: large;"> giovani e</span> improbabili dirigenti del Pd, sapete da dove vengono...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Uno non pretende mica tanto, ma quel minimo senso della misura, persino del ridicolo, che imporrebbe la situazione in cui ci siamo cacciati. Qualunque persona di normale intelligenza capisce che abbiamo perso le elezioni perché ci siamo chiusi, anziché aprirci, perché siamo apparsi <i>"vecchi"</i> e <i>"uguali agli altri"</i>, perché mentre proponevamo un <i>"Governo del cambiamento"</i> pochi ci hanno considerati autentici interpreti di qualche vero cambiamento.<span style="font-size: large;"> </span>Abbiamo perso perché ha perso - per l'ennesima volta - la linea della chiusura, di un partito che per essere <i>"forte" </i>diventa più debole, di una burocrazia politica senza arte né parte, intesa solo a conservarsi contro ogni novità.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ora spiegheranno che - comunque - siamo al Governo. E dobbiamo occuparci dei problemi del Paese, non di questioni organizzative che interessano solo gli iscritti - in effetti, pochini... - e qualche commentatore. Non è vero e sarebbe anche venuto il momento di smetterla con la <i>"responsabilità" </i>usata come un manganello.<span style="font-size: large;"> </span>Il Governo deve fare alcune cose, il Pd deve sostenerlo perché si facciano, anziché porre distinguo. Perché va bene discutere e mettere paletti sull'abolizione dell'Imu, ma se ci opponessimo - per dire - all'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti o delle province, al dimezzamento dei parlamentari, alla chiusura del Senato, faremmo un definitivo pessimo servizio all'Italia e a noi stessi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Poi, mentre sostiene il Governo, questo Partito deve pensare a sé stesso, a come rifondarsi per avere un ruolo decisivo nella politica italiana. Lo deve fare liberamente e con una discussione vera. Con regole democratiche e rispettando i propri fondamenti ontologici.<span style="font-size: large;"> </span>Un Partito Democratico come quello che immaginano i signori delle tessere e della burocrazia, andrà incontro ad altre sconfitte e sarà un problema, invece che una risorsa, per l'Italia. Come si faccia a non capirlo, dopo tutte le sconfitte già subite, è materia per gli psichiatri più che per i politologi.</span></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-16887672805820108162013-05-01T01:50:00.002-07:002013-05-01T01:50:29.206-07:00Abolizioni<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Io sono sempre stato favorevole a una tassa comunale sugli immobili che si applichi anche – e soprattutto – alle prime case. Sono sempre stato favorevole perché credo nel federalismo o, per dirla con meno retorica, al fatto che i sindaci siano scelti dalle stesse persone che poi ci mettono i soldi per far funzionare i comuni: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“No taxation without representation”</i>, o meglio viceversa. Ora, poiché la maggior parte delle famiglie italiane possiede la casa in cui abita, una tassa comunale sulle case è il modo migliore per collegare voto e portafogli. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Ero favorevole a questa tassa anche quando il centro-sinistra l’ha abolita per tre quarti. Lo sono rimasto quando il centro-destra ha tolto la parte restante. Lo sono ancora. Questo non significa – peraltro – che lo Stato non possa decidere di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“restituire”</i> le somme pagate dai cittadini e quindi <em>"abolire"</em> l'IMU, se questo rientra tra le priorità programmatiche del Governo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Faccio un esempio: ogni cittadino paga la sua IMU al comune con le scadenze previste. Lo Stato gliela restituisce – nella dichiarazione dei redditi – in misura standard. Vale a dire: dato il valore della casa in cui abiti, ti restituisco il 4 per mille, meno la detrazione fissa (200 euro) e meno le detrazioni per i figli a carico (50 euro per ogni figlio). In questo modo, l’IMU sull’abitazione principale non c’è più, ma rimane il fondamentale collegamento tra voto e portafogli. Perché, se abiti in un comune che ha aumentato l’IMU dal 4 al 6 per mille, ad esempio, non avrai indietro dallo Stato tutto quello che hai speso. E potrai prendertela – giustamente – col tuo sindaco. Se invece hai la fortuna di vivere in un comune che ha diminuito l'IMU, riceverai indietro più di ciò che hai pagato. E potrai ringraziare di questo il tuo sindaco.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Facendo così, tutti i problemi sarebbero risolti. A partire dai flussi di cassa per i comuni. Perché invece, se togli l’IMU sulle prima case e la sostituisci con trasferimenti statali ai comuni, intanto complichi di molto i calcoli e rischi di favorire i comuni che hanno usato quella leva per aumentare le proprie entrate, poi c’è da vedere quando i soldi saranno versati nelle casse dei comuni. Un problema che, con la scadenza di giugno sospesa, già toglie il sonno a molti amministratori. Di più, con un meccanismo del genere, i comuni avrebbero tutto l'interesse a cercare gli evasori.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Dunque, piuttosto che avventurarci in una discussione ideologica pro o contro l’abolizione dell’IMU prima casa (poco credibile, visto che il centro-sinistra l’ha abolita già una volta e pericolosa, perché non possiamo lasciare al centro-destra il monopolio delle cose che piacciono alla gente), sarebbe più interessante discutere il come. Così tra l’altro i problemi dei comuni li affrontiamo subito. E li risolviamo, anziché lasciarli svolazzare a mezz’aria per mesi. Così non facciamo la solita parte di quelli che difendono la spesa pubblica improduttiva e – <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>quindi – le tasse che servono per finanziarla. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Tutto il discorso, sia detto per inciso, vale anche per le province. Che il Governo vuole <em>"finalmente abolire". </em>E speriamo non sia il Pd a mettersi, ancora una volta, di traverso.</span></div>
Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2242454560798676731.post-21329016046156231362013-04-24T04:02:00.000-07:002013-04-24T04:17:24.764-07:00Coraggio, generosità e unità<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Abbiamo dalla nostra il tempo, l’entusiasmo e la libertà. Per questo, alla fine, vinceremo noi. </span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Le convulse vicende di ieri hanno reso chiaro un fatto che andiamo spiegando da molti mesi: Matteo Renzi è l’unico leader del centro-sinistra capace di far paura a Silvio Berlusconi. Perché Matteo Renzi è l’unico che può batterlo. Non smacchiarlo, né mandarlo in prigione: semplicemente, mandarlo in pensione. Perciò Berlusconi ha paura e non si fida. Non si fida, soprattutto, di chi all’interno del Pd ha accarezzato l’idea di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“bruciare”</i> Renzi mandandolo oggi a Palazzo Chigi.</span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri; font-size: large;">L’altra cosa che si è capita chiaramente – una volta depositata la cortina fumogena della propaganda – è che i referenti di Berlusconi all’interno del Pd non hanno nulla a che fare con Renzi. Di più, sono gli avversari di Renzi: quelli che hanno proposto Franco Marini per il Quirinale e che hanno affossato Romano Prodi nel segreto dell’urna. </span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Esiste un’alleanza di fatto, una convergenza parallela di interessi inconfessabili che può trasformare le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“larghe intese”</i> – scelta nobile, seria ed europea – nell’ <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“inciucio”</i>. Qualcosa di molto meno nobile, serio ed europeo. Questa alleanza si basa sulla semplice considerazione che, una volta messa da parte la vecchia guardia del Pd (quella che ha perso, poi ha riperso, poi ha perso ancora, infine ha perso), non ci sarà più spazio nemmeno per Silvio Berlusconi. E viceversa. Si tenevano in piedi combattendosi, si tengono in piedi collaborando. Anche se non si fidano gli uni degli altri.</span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Ora, quello che si è provato a fare ieri, la presa di potere improvvisa da parte dei trenta-quarantenni, un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">putsch</i> simile a un “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Midas democratico”</i>, era probabilmente un azzardo. Mandare oggi Matteo Renzi a Palazzo Chigi avrebbe comportato rischi pesanti. A partire dal pericolo di bruciare l’unica figura forte su cui il Pd potrà contare nei prossimi anni. Ma il metodo è quello giusto: una nuova generazione di dirigenti che si impone – senza timori e a viso aperto – come alternativa a quelli che hanno perso, riperso, perso ancora e infine perso. </span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Dicono non sia una questione anagrafica, che contano le idee. Io dico che sono storie e che, se non cambiamo prima le donne e gli uomini, non cambierà nulla. Soprattutto, non riconquisteremo il consenso degli Italiani.</span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Costruire un’alleanza generazionale vuol dire mettere la questione del ricambio prima e sopra tutto il resto. Perché si possono avere idee differenti e si può discutere, come peraltro fanno da trent’anni gli attuali dirigenti del Pd, partecipando ad un comune sforzo per dare al Paese un Partito Democratico forte e credibile. Se il repentino cambio di rotta pro-Renzi dei <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“giovani turchi”</i> solleva qualche comprensibile sorriso, ci sono altri – più credibili, ma forse meno disponibili – che dovrebbero riflettere sull’importanza del passaggio al quale siamo arrivati.</span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri; font-size: large;">Scrivevo a Giugno dello scorso anno che <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“siano di Firenze, di Monza o di Udine - quelli che ritengono necessaria questa alternativa devono lavorare insieme per costruirla. Insieme. Per vincere le primarie, vincere le elezioni e governare l'Italia. Servono coraggio, generosità e unità. E non esistono soluzioni intermedie”</i>. Non andò così. Prevalsero posizioni diverse e qualche personalismo. </span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri; font-size: large;">In un anno tutti sono cresciuti. A Firenze, a Monza, a Udine. Ognuno ha – oggi – un ruolo politico di primo piano nazionale. E una conseguente responsabilità. Sarà ben arrivato il momento di prendere in mano, insieme, il proprio destino. Che è poi il destino del Pd e dell’Italia: con coraggio, generosità e unità. Il tempo verrà, molto presto.</span></div>Germano Marubbihttp://www.blogger.com/profile/10811215094860390370noreply@blogger.com0